Gassificatore o inceneritore? Geat attacca: «Sull’impianto Ianeselli è incompetente e fa demagogia»
Il sindaco aveva aperto all’ipotesi del nuovo sistema per chiudere il ciclo dei rifiuti. Ma ci sono passaggi lunghi: serviranno almeno 6 anni e un costo da 60 milioni di euro. L’ex presidente di Circoscrizione: «Il sindaco non dialoga con i cittadini e lancia slogan tecnici privi di sostanza, forse nel tentativo di coprire un evidente vuoto di conoscenza»
SINISTRA Avs plaude a Ianeselli sull'ipotesi gassificatore
DIBATTITO Ciclo dei rifiuti, Ianeselli rilancia il gassificatore
CONFRONTO Inceneritore: Zanotelli accelera, i sindaci frenano
ECOLOGISTI «Inceneritore costoso, inutile e dannoso per la salute»
TRENTO - Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ieri ha aperto al gassificatore provinciale per chiudere il ciclo dei rifiuti. Impianto innovativo che probabilmente vedrà la luce nei pressi della discarica di Ischia Podetti. Siamo ancora alle fasi iniziali perché ci dovranno essere due passaggi fondamentali.
Prima la riunione del Consiglio delle autonomie locali, ovvero il consiglio dei Comuni e delle comunità. Poi il passaggio in Provincia, d'intesa con i Comuni, con la nascita dell'Egato, l'ente di ambito territoriale che si occuperà del ciclo dei rifiuti.
Una partita complessa, e dai tempi non proprio brevi. Ammesso che ci sia l'accordo con i Comuni, bisognerà individuare il sito dove collocare l'impianto. Molto probabile che la scelta cadrà su Ischia Podetti per una serie di motivi, non ultimo quello logistico, visto che lì si concentra la gran parte dei rifiuti trentini, 250 mila tonnellate annue da sistemare, quasi mezzo quintale a testa per ogni trentino.
Poi ci sono i costi. Per un impianto medio serviranno almeno 60 milioni di euro. E non è detto che prevalga il gassificatore. C'è l'inceneritore da tenere in considerazione, ovvero l'impianto attualmente utilizzato dai trentini a Bolzano dove vengono conferiti ogni anno 13 mila tonnellate di rifiuti da incenerire per un costo complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro. I tempi poi incideranno non poco. Perché per la realizzazione di un impianto simile si stimano non meno di 6 anni necessari, al netto degli imprevisti (come i ricorsi alla magistratura per chi resta fuori dall'appalto) o intoppi nella realizzazione.
E la scelta tra gassificatore o inceneritore ha dei risvolti fortemente politici. L'area verde e ambientalista - che alle elezioni di maggio 2025 sosterrà il sindaco è contraria all'inceneritore.
Ma c'è anche un'altra area, come quella del candidato a sindaco, l'ex presidente della Circoscrizione Centro, Claudio Geat, che attacca Ianeselli per «un approccio superficiale e demagogico a questioni complesse e cruciali per il futuro di Trento».
Ormai già in campagna elettorale, Geat accusa Ianeselli di parlare di "miglior tecnologia" «senza però conoscere realmente le alternative possibili. Dimostra una significativa mancanza di competenza e l'assenza di qualsiasi approfondimento».
Secondo Geat «il sindaco sembra suggerire che la gassificazione sia la scelta ottimale, ma non spiega il perché. Dove ha visto un impianto di gassificazione per 40.000 tonnellate e con quali risultati? È a conoscenza dell'impatto che un impianto del genere potrebbe avere sulla salute pubblica e sull'ambiente? Non esistono impianti similari in Europa che funzionano da un tempo adeguato e quindi nessuno può avere le competenze necessarie per affrontare il tema con serietà. Un'ennesima dimostrazione di demagogia.
Piuttosto che studiare le soluzioni disponibili e dialogare con esperti, cittadini e comitati, il sindaco preferisce lanciare slogan tecnici privi di sostanza, forse nel tentativo di coprire un evidente vuoto di conoscenza».
Geat attacca ancora: «È inaccettabile che chi governa una città come Trento si permetta di fare dichiarazioni così trancianti e probabilmente azzardate».
Ma allora che si fa? Due le tecnologie possibili, diverse tra loro, come il gassificatore e l'inceneritore. Hanno pro e contro entrambe, anche se la tecnologia ha fatto grandi passi avanti. Quel che è certo, ascoltando gli esperti, è utopistico pensare di arrivare ai rifiuti zero solo con la raccolta differenziata.
Spiega Marco Palmitano, direttore di Ecocenter che gestisce l'inceneritore di Bolzano: «L'inceneritore non dà nessun problema. Lo dimostrano i valori ambientali bassissimi immessi nell'atmosfera». L'inceneritore di Bolzano frutta energia con il teleriscaldamento: «Ogni anno - illustra Palmitano - risparmiamo 11-12 milioni di metri cubi di gas, circa il 3 per cento del fabbisogno. Il giorno che smetteremo di usare combustibili di origine fossile, liquidi o gassosi, allora ci muoveremo diversamente, ma siamo molto lontani da quella fase».