Istituzioni / Il caso

Le indagini su politica e affari: emergono aiuti, amicizie, imbrogli e furbizie

La Procura di Trento ha puntato la lente d'ingrandimento su intrecci e collusioni sull'asse Innsbruck - Bolzano - Riva: al di là delle principali ipotesi di reato, viene messo in luce un intero scenario di malcostume

INCHIESTA Intrecci fra imprenditoria e politica in Trentino Alto Adige
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di Leonardo Pontalti

TRENTO - Non c'è solo il malaffare, a giganteggiare nell'inchiesta chiusa ieri dai militari dell'Arma del Ros e dai militari delle Fiamme gialle. Ad emergere, c'è anche tanto malcostume.

Perché al di là dei favori, degli intrecci, delle collusioni sull'asse Innsbruck - Bolzano - Riva, le intercettazioni e il lavoro portato avanti da carabinieri e guardia di finanza hanno permesso di accertare tanti altri potenziali reati che nulla c'entrano con la rete di potere che secondo gli inquirenti sarebbe stata tesa da Benko, dal suo uomo in Italia Hager e dal suo uomo sul Garda Signoretti.

Potenziali reati, irregolarità, illiceità, anche piccolezze volendo, scoperti casualmente mentre gli inquirenti lavoravano su altro, ma che confermano come la facilità con cui si voglia barare, cercare la scorciatoia, cercare l'accomodata, il favore, sia una consuetudine più diffusa di quanto si pensi: dal politico che chiama chi può fargli avere il recupero dell'auto "aggratis" all'imprenditore che si accorda con l'amico per fargli vincere una gara d'appalto gareggiando a sua volta con parametri in grado di far vincere l'altro.

Dal sostegno alle società sportive usato per sistemare affari al funzionario comunale che per piaggeria e per garantirsi buone stelle in futuro, sai mai, comunica al consigliere che la polizia locale sta facendo accertamenti sul suo domicilio, fino al carabiniere in pensione che chiede al commilitone in servizio novità su quella tal denuncia.

La sponda, l'aiuto, l'amico, la conoscenza, accanto e a volte a braccetto con la corruzione: Tangentopoli e i soldi nel water del Pio Albergo Trivulzio sono storia del 1992.

La "magnadora" viatico, due anni dopo, dell'inchiesta Giano bifronte, è del 2006. Siamo alla fine del 2024 ed eccoci qui, alle prese con nulla di nuovo. Un male che torna, ma che non è solo del "palazzo": per fare affari servono agganci in politica, nelle amministrazioni, negli uffici tecnici.

E per arrivare a guidarle, quelle amministrazioni, per le campagne elettorali servono soldi. Sembrano quei ciondoli dei due mezzi cuori spezzati che si regalano gli innamorati: due metà che si completano alla perfezione. Per fortuna è così solo di rado.

Per fortuna chi fa impresa e chi amministra, per la grandissima parte, sa che avere soldi, idee e progetti da un lato e avere potere politico dall'altro, sono responsabilità, prima ancora che forze. Forze che devono sottostare alle regole democratiche. Dei prg, delle delibere, dei dibattiti, dei tavoli tecnici.

Ma nessuno si illuda: ci sarà sempre - lo dimostra la ciclicità dei fattacci - chi prova a fare il furbo. Non solo in alto, ma anche nella quotidianità, nelle cose minori. Un male che torna, un male comune.

[Nella foto, dall'alto, in senso orario, Fravezzi, Santi, Benko, Signoretti e Hager]

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