Il caso de Bertolini, consigliere Pd e avvocato di Merler: nel partito c’è maretta
Il punto riportato dal segretario Dalrì: «Ne va dell’immagine del partito», ma il difensore dell'esponente di Fratelli d'Italia si indigna: «Il diritto alla difesa è sacro e va garantito». Merler figura fra i 77 indagati dalla Procura di Trento nell'ambito del'indagine che ha scosso il mondo politico
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TRENTO. Nel Partito democratico sta tenendo banco anche la questione de Bertolini. Ovvero la difesa che l'avvocato Andrea de Bertolini ha assunto di Andrea Merler esponente di Fratelli d'Italia e indagato.
L'avvocato de Bertolini è anche capogruppo del Pd in consiglio regionale, da qui il mal di pancia. Il malessere tra i militanti e nei circoli dei Dem è palpabile, al punto che ieri il segretario provinciale Alessandro Dal Ri ha posto pubblicamente il tema.
Ma de Bertolini non è stato in silenzio e si è spiegato con una nota difendendo il diritto alla difesa, indipendentemente dalla storia dell'assistito: «Il diritto di difesa è inviolabile. Un diritto fondamentale. Ed è finanche imbarazzante dover ricordare, a prescindere dalle singole vicende, come l'avvocato difensore mai condivida la condotta dei propri assistiti o ne sia complice che ne assicura l'impunità. È questione di civiltà giuridica prim'ancora che di significato costituzionale».
Echeggia l'eco della sinistra divisa tra "giustizialisti" e "garantisti". Ma de Bertolini aggiunge che non «potranno esservi dubbi sul fatto che per ora le responsabilità penali di questa vicenda siano distinte dal tema delle responsabilità politiche. Così altrettanto siano distinte dai contenuti dell'etica politica. In questo, mi sento di rassicurare, non vi sono cortocircuiti schizofrenici. La funzione del processo è quella di accertare autori di reato e la difesa in uno stato costituzionale di diritto è incoercibile.
Ma la questione politica, evidentemente trasversale, che da subito si impone urgente, è altra e diversa rispetto alla volontà di sapere (senza nemmeno attendere l'esito del processo) se siano o meno stati commessi reati.
Ancora una volta, nell'indignazione (simulata o reale) di tutti, la domanda vera, non retorica, che dovremmo porci, da una condivisa base autocritica, è sempre la stessa. Se la politica - nell'interesse superiore ed esclusivo della comunità che rappresenta, che deve rispettare e proteggere - possa e voglia eticamente esprimere i necessari anticorpi per mantenersi impermeabile a quelle inducenti, seducenti, virulente, inevitabili pressioni tossiche esercitate da gruppi di interessi che, mercificandola, ne pretendono il dominio».
de Bertolini respinge anche la questione legata al suo ruolo, che non confliggerebbe con l'incarico di legale di un altro personaggio istituzionale come Merler: «Si tratta di istituzioni diverse».
Per il segretario Dal Ri c'è però una questione legata all'immagine del Pd: «Si rischia di dare un segnale sbagliato ai cittadini. Comunque noi da questa situazione usciamo a testa alta: a Riva il Pd è stata l'unica realtà che ha mantenuto la schiena dritta e ha denunciato quello che stava succedendo, pagando sulla pelle dei nostri amministratori. Mosaner fu denunciato per 20 milioni di euro. Abbiamo lottato dalla parte giusta. Non ci siamo sottomessi a questo lobbismo malato».
E, sottolinea ancora Dal Ri: «Contro di noi c'è stata una opa ostile ma la comunità politica del Pd è diventata più forte. Che la cordata Betta-Zeni avesse forti connotazioni personali si percepiva. Ma il partito ne è uscito da solo dimostrando di avere gli anticorpi. La comunità del Pd può andare a testa alta».
Intanto l'assemblea del Partito democratico, prevista sabato scorsoa Trento è stata cancellata. Motivo ufficiale è la partecipazione al presidio di Riva per la legalità. Ma l'assemblea è stata annullata, come l'intervento del presidente nazionale Bonaccini, anche nella convinzione che «il dibattito al nostro interno debba svolgersi senza essere oscurato o distorto da circostanze che stanno totalizzando il dibattito pubblico».