Il tentato omicidio a Man: «La madre se non fosse uscita non si sarebbe salvata»
La testimonianza sulk drammatico episodio avvenuto nella zona sud del capoluogo giovedì mattina: è ancoira provato il giovane vicino di casa che ha salvato la vita alla sessantacinquenne. Oggi, sabato 7 dicembre, l'interrogatorio di garanzia: la donna per ora resta in carcere a Spini di Gardolo, la difesa chiederà di valutarne la salute mentale
IL FATTO Aggressioine durante una lite, donna arrestata per strada
TRENTO - «Ha avuto la prontezza di aprire la porta e uscire sul pianerottolo, altrimenti non so cosa sarebbe successo». È ancora provato, ripensando a giovedì mattina, il giovane vicino di casa che ha di fatto salvato la vita alla sessantacinquenne selvaggiamente aggredita dalla figlia, ora in carcere con l'accusa di tentato omicidio.
Il suo intervento, dopo che la donna era riuscita a uscire dall'appartamento in cui la figlia trentaduenne l'aveva accoltellata, è stato provvidenziale per far fuggire la giovane. Senza il suo intervento le cose avrebbero potuto finire ancora più tragicamente, perché, come già giovedì aveva raccontato la sessantacinquenne agli agenti delle volanti della questura, la figlia nonostante la madre si stesse trascinando a terra ferita, stava cercando di farle finire in bocca la candeggina che aveva con sé.
L'intervento del giovane ha dunque evitato il peggio ed ora la sessantacinquenne è fuori pericolo.
La donna è ancora nel reparto di rianimazione del Santa Chiara, con il personale medico e sanitario della terapia intensiva che la sta monitorando, ma si tratta di misure precauzionali: già durante la giornata di ieri la donna ha potuto telefonare ai suoi cari, parlando con l'altra figlia e il marito.
Anche se la prognosi di quaranta giorni testimonia la gravità delle ferite riportate al capo, al collo, al torace e alla schiena, per la sessantacinquenne sarà dunque più lungo e complesso il recupero dalle ferite invisibili, quelle che restano dopo aver visto la propria figlia scagliarsi contro di lei.
La figlia, difesa dall'avvocato penalista Giuliano Valer, oggi (sabato 7 dicembre) è comparsa davanti al giudice per le indagini preliminari Gianmarco Giua per essere sottoposta ad interrogatorio di garanzia , nel quale sarebbero emerse evidenti difficoltà di natura psicologica della giovane, la quale secondo quanto riportato dal suo difensore avvocato Valer, avrebbe cercato di ricordare ciò che è accaduto manifestandosi disorientata nel tempo e nello spazio e avrebbe fornito al giudice elementi che saranno oggetto di ulteriore approfondimento da parte della procura.
Per la donna, che per ora resta in carcere a Spini di Gardolo, la difesa ha chiesto quindi una misura compatibile con le sue esigenze di salute in attesa di una disponibilità in una comunità adeguata allo scopo. Si profila l'eventuale richiesta di infermità di mente parziale al momento del fatto.