Interrogatori in tribunale: Signoretti e Fravezzi scelgono di non rispondere
Questa mattina, lunedì 9 dicembre, davanti al giudice prima l'imprenditore e poi, verso mezzogiorno, l'ex parlamentare: entrambi fanno parte dei nove dei 77 indagati per i quali è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari. Sempre stamane, l'avvocato del giornalista pubblicista altoatesino Lorenzo Barzon ha chiesto la revoca degli arresti
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TRENTO - L'imprenditore Paolo Signoretti e l'ex parlamentare Vittorio Fravezzi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, questa mattina, lunedì 9 dicembre, in tribunale a Trento, nelll'interrogatorio di garanzia nell'ambito dell'inchiesta della Procura sugli intrecci tra affari e politica.
L'ex sindaco di Dro Fravezzi (qui sopra all'arrivo in tribunale verso le 12) e Signoretti (nella foto sotto verso le 10.30) fanno parte dei nove dei 77 indagati per i quali è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Signoretti è uno dei principali indagati dalla Procura di Trento nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto anche il magnate austriaco Renè Benko e in cui si ipotizza l'esistenza di una organizzazione in grado di condizionare gli appalti in Trentino Alto Adige.
L'udienza è durata all'incirca un quarto d'ora e Signoretti: l'imprenditore e il proprio legale, Giovanni Rambaldi, hanno evitato le domande dei giornalisti presenti, non rilasciando dichiarazioni. Signoretti, nei giorni scorsi, aveva espresso in una nota "piena fiducia nel lavoro delle autorità procedenti" e aveva dichiarato di "aver sempre operato nella correttezza e nel rispetto delle norme di legge".
Nell'indagine curata dal Ros e dal Gico per conto della Dda della Procura di Trento vi sono riferimenti anche a Pavia, in particolare per il progetto di recupero dell'ex ospedale Santa Margherita, e a Verona. Nella città scaligera sarebbe stato turbato il regolare svolgimento della gara per la valorizzazione dello scalo ferroviario di Verona Porta Nuova indetto da Fs Sistemi Urbani.
L'imprenditore 45enne sarebbe - secondo gli inquirenti - uno dei promotori della presunta organizzazione e uomo di Benko in Trentino.
Prima di Signoretti, è arrivato al palazzo di giustizia per l'interrogatorio di garanzia il giornalista pubblicista altoatesino Lorenzo Barzon, collaboratore del commercialista altoatesino Heinz Peter Hager.
L'avvocato di Barzon, Beniamino migliacci, dopo l'interorgatorio ha riferito alla stampa di aver chiesto la revoca dei domiciliari per il suo assistito.
Oggi compariranno davanti al giudice anche la funzionaria del Comune di Bolzano Daniela Eisenstecken e l'architetto bolzanino Andrea Saccani.
Venerdì aveva aperto la serie di interrogatori la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi, che aveva ottenuto la revoca dei domiciliari sostituita con l'obbligo di dimora.
"Il signor Lorenzo Barzon ha chiarito la sua posizione. Riteniamo che l'ipotesi dei reati che vengono contestati siano totalmente insussistenti, dunque non c'è nessuna ragione per mantenere gli arresti domiciliari", ha detto l'avvocato, Beniamino Migliucci, al termine dell'interrogatorio di garanzia.
Anche Barzon è tra i 9 indagati per cui sono stati chiesti gli arresti domiciliari perché farebbe parte della presunta organizzazione assieme alle altre 8 persone raggiunte da misura cautelare. Complessivamente le persone coinvolte nell'inchiesta sono 77.
"Abbiamo presentato le nostre argomentazioni, il pubblico ministero e i giudici le valuteranno. I processi poi si fanno in Tribunale e si vede chi ha ragione", ha detto il legale, precisando poi come "Barzon non è un uomo di fiducia del commercialista Heinz Peter Hager, ma collaborava con regolare fattura".