Trento / L'indagine

Secretato l’interrogatorio della sindaca Santi: ritenuti utili la collaborazione e gli elementi forniti

I magistrati al lavoro per fare luce sull’intreccio tra affari e politica nell'inchiesta della Procura che ha fatto scattare nove misure cautelari e coinvolge 77 indagati. La richiesta di secretazione è arrivata dagli avvocati dopo l’interrogatorio di garanzia svoltosi venerdì scorso. La prima cittadina di Riva del Garda sarà riascoltata in tribunale nelle prossime settimane

L'INCHIESTA Interrogatori: Signoretti e Fravezzi scelgono di non rispondere
SINDACA Santi: revocati i domiciliari, scatta l'obbligo di dimora
CARTE Politica e affari: emergono aiuti, amicizie, imbrogli e furbizie

di Leonardo Pontalti

TRENTO - Se il venir meno della misura cautelare e i brindisi in piazza a Riva, venerdì, potrebbero aver fatto pensare superficialmente a un ridimensionamento della portata dell'inchiesta, non ci si fermi alle prime impressioni: la procura della Repubblica di Trento, su richiesta dei difensori Cristina Santi, Ilaria Torboli e Nicola Zilio, ha infatti secretato il contenuto dell'interrogatorio di garanzia, segno del peso delle parole che la sindaca di Riva ha affidato ai magistrati.

I legali della cinquantatreenne hanno espressamente richiesto che nulla di tutto ciò che venerdì la sindaca ha riferito nell'ora di colloquio con il giudice Enrico Borrelli e i pubblici ministeri Davide Ognibene e Alessandro Clemente possa venir divulgato.

Ciò che è stato espresso nell'ora - tra le 10.30 e le 11.30 - in cui Santi ha parlato nell'aula al piano terra del Palazzo di Giustizia del capoluogo è stato dunque rilevante, per l'inchiesta.

Al di là delle dichiarazioni di parte, con Cristina Santi che ha negato ogni addebito, il quadro conferma come da parte della prima cittadina rivana sia arrivata piena collaborazione, con dichiarazioni ritenute utili da parte dei pubblici ministeri per proseguire nel lavoro finalizzato a fare luce sull'intreccio tra affari e politica che aveva portato all'emissione di misure cautelari a carico, oltre che di Cristina Santi, anche degli imprenditori René Benko e Paolo Signoretti, del commercialista uomo di fiducia di Benko Heinz Peter Hager e del suo consulente Lorenzo Barzon, dell'ex senatore e ora "facilitatore" Vittorio Fravezzi, della funzionaria del Comune di Bolzano Daniela Eisenstecken e degli architetti altoatesini Fabio Rossa e Andrea Saccani.

Una collaborazione definita «piena» da Nicola Zilio e che ha portato dunque alla revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, sostituiti dalla meno stringente misura dell'obbligo di dimora, e che è destinata a proseguire come venerdì aveva spiegato Ilaria Torboli: «Abbiamo fatto qualche considerazione e ci sarà probabilmente un altro interrogatorio chiarificatore».

«Siamo a disposizione, nei prossimi giorni ricostruiremo tutti gli elementi e, se ci saranno altre domande, abbiamo manifestato la disponibilità a fornire ulteriori chiarimenti sulle condotte addebitate - aveva aggiunto Zilio - e restiamo in attesa di vedere come proseguiranno le vicende relative agli altri indagati».

[Nella foto scattata da Daniele Panato, gli avvocati Nicola Zilio e Ilaria Torboli con, al centro, la loro assistita Cristina Santi venerdì dopo l’interrogatorio]

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