Montagna / Il caso

Sat, sei consiglieri contro il presidente Ferrari: «Autoritario e accentratore»

Bufera sul numero uno a meno di un anno dall'elezione alla guida dell'associazione alpinistica trentina che conta più di 27.000 soci. I critici parlano di «gestione manchevole di visione» e chiedono «un deciso cambio di atteggiamento e di passo». L'accusato risponde che se ne discuterà martedì nel consiglio centrale

SCONTRO La rivolta dei rifugisti contro il sistema di prenotazione Sat
SPACCATURE L'elezione nel maggio 2024 in una Sat divisa

di Luisa Maria Patruno

TRENTO - Cristian Ferrari è diventato presidente della Sat solo nel maggio scorso, quindi non è passato neppure un anno dall'elezione. Ma a dispetto della promessa di «lavorare in cordata», all'interno del sodalizio, si moltiplicano i mugugni. E il malcontento per come sta gestendo l'associazione, che conta più di 27.000 soci, si sta manifestando ora anche all'esterno.

Dopo la pesante rottura di fine anno con i gestori dei rifugi Sat, critici sull'introduzione del nuovo sistema di prenotazione online, ecco che nei giorni scorsi ben sei componenti del consiglio centrale della Sat hanno scritto una lettera allo stesso Ferrari, agli altri consiglieri e a tutti i presidenti di Sezione, per esprimere la loro preoccupazione «per alcuni aspetti della gestione del presidente».

In particolare i sei consiglieri Iole Manica, Mauro Mazzola, Matteo Motter, Roberta Rosi, Mauro Viesi, Johnny Zagonel sostengono che «le sue modalità di conduzione delle riunioni del Consiglio, ma anche delle relazioni esterne (l'ultima lettera ai rifugisti ne è un esempio) appaiono spesso autoritarie, altamente autoreferenziali e accentratrici e non lasciano molto spazio a dissenso e confronto costruttivo. Non è tollerabile che aspetti fondamentali dei rapporti con i rifugisti e con la base sociale non siano riconosciuti come determinanti nella vita del sodalizio, ma si utilizzino esclusivamente metodi denigratori e autoritari».

«Abbiamo atteso - scrivono - diversi mesi dall'insediamento per poter esprimere un giudizio compiuto, ma ponderato. Ci troviamo, purtroppo, di fronte a comportamenti che, non solo compromettono il buon funzionamento del Consiglio, ma minano anche il clima di collaborazione e fiducia che dovrebbe contraddistinguere un'associazione come la nostra».

I consiglieri parlano anche di «debole unitarietà della Giunta» e lamentano il fatto che il Consiglio non venga chiamato ad esprimersi su «temi fondamentali quali l'ambiente, i rapporti con le sezioni e con la società trentina e non, come accade, su aspetti meramente ordinari/amministativi, anteponendo i primi ai secondi anche nella predisposizione dell'ordine del giorno del Consiglio e nello spazio di discussione ad essi dedicato».

E poi l'affondo: «L'atteggiamento sospettoso verso le intenzioni altrui non solo danneggia l'immagine del Consiglio nel suo complesso, ma impedisce la creazione di un ambiente di fiducia che è essenziale per il buon funzionamento di questo organo. L'approccio della presidenza come guida, anziché stimolare l'unità e la crescita, ha contribuito ad un clima di divisione e disaffezione».

Per questo i consiglieri, tra cui Iole Manica, che a suo tempo fu sconfitta al ballottaggio proprio da Ferrari per la presidenza della Sat, ora sollecitano il presidente a «un deciso cambio di atteggiamento e di passo» rispetto «a una gestione manchevole di visione».

Il presidente Cristian Ferrari assicura che delle questioni poste nella lettera: «Discuteremo martedì nel consiglio centrale».

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