È morto Paolo Simone, una vita di impegno civile per le persone con disabilità
Era una figura nota nella comunità locale per le continue battaglie in particolare contro le barriere architettoniche di varia natura che ostacolano il diritto alla mobilità di chi deve fare i conti con difficoltà motorie. Dai suoi sopralluoghi in giro per la città erano nati anche dei dossier approfonditi sulle criticità presenti in spazi pubblici o privati e commerciali
DENUNCIA Pedana fantasma Disabile giù dal bus
DISABILITÀ In treno cittadini di serie B
TRENTO - Il Trentino piange una persona che da molti anni era nota per l'impegno civile: si è spento Paolo Simone.
Di lui si ricorda la passione con la quale da sempre si batteva per la qualità delal vita delle persone con disabilità, a cominciare dal diritto alla mobilità, dunque dalle battaglie contro le barriere architettoniche (nella foto, lo vediamo in una iniziativa del 2009 al castello del Buonconsiglio).
«Essere disabili in Trentino, in generale in Italia, è più difficile che altrove perché da noi non si accetta la disabilità. Se in una famiglia accade un incidente e uno dei componenti diventa disabile è un dramma. E anche con le barriere architettoniche non siamo messi bene», diceva Paolo Simone, 50 anni, imprenditore del settore informatico, che era costretto alla carrozzina a causa della amiotrofia spinale, una patologia genetica che indebolisce progressivamente i muscoli.
E proprio le difficoltà quotidiane di chi non può camminare o comunque deve fare i conti con qualche problema motorio, erano al centro del suo impegno sociale concreto. Attività semplici e facili per chi non ha difficoltà motorie, come andare a fare la spesa a prendere il bus o a vedere una mostra, possono diventare un incubo per le persone in carrozzina, ma si tratta di un incubo dal quale si può uscire con l'impegno di tutti, a cominciare dall istituzioni, come dimostrano molte esperienze nel corso degli anni.
«A Trento - ricordava dopo un sopralluogo - abbiamo notato molti negozi appena ristrutturati dove però ci sono ci sono i gradini ma non c'è la pedana». Molte anche le sue lotte di civiltà sul fronte del trasporto pubblico, sia per denunciare episodi incresciosi sia per proporre miglioramenti ed estensione dell'accessibilità per persone con difficoltà motorie.
Non aveva risparmiato critiche ai cosiddetti "servoscala" (i carrelli elevatori per i disabili), perché scomodi e inadeguati senza contare che in genere un disabile ha sempre bisogno di aiuto per usarli: «Spesso non possono portare le carrozzine di ultima generazione, che sono più pesanti».
In queste ore sui social si stanno rincorrendo i messaggi di cordoglio e i ricordi della figura di Paolo Simone e del ruolo civile indimenticabile che ha avuto nella nostra comunità.