Parla il rappresentante del ministro, anche a Trento le toghe lasciano l'aula per protesta
L'iniziativa contro la riforma sulla separazione delle carriere fra giudici e pm si è svolta oggi, sabato 25 gennaio, esibendo la Costituzione, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Momenti analoghi nelle sedi di Corte d'appello in varie città d'Italia, a Napoli la (composta) contestazione durante l'intervento del titolare della giustizia Carlo Nordio
VIDEO Spadaro: «Ecco perché diciamo no alla riforma»
NAPOLI Arriva il ministro, scatta la protesta dei magistrati
TRENTO - Protesta anche a Trento, durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario: i magistrati si mobilitano contro la riforma della giustizia voluta dal governo Meloni, che stabilisce la separazione delle carriere fra pm e giudici.
Quando ha preso la parola il rappresentante del ministro di giustizia, le toghe si sono alzate e hanno abbandonato il salone di rappresentanza di palazzo Geremia, in via Belenzani, che ospitava l'evento istituzionale. Manifestazioni analoghe si sono tenute stamattina durante le cerimonie nelle varie città d'Italia sedi di Corte d'appello.
A margine della iniziativa, il presidente del Tribunale per i minorenni di Trento, Giuseppe Spadaro, interpellato dai giornalisti, ha spiegato le motivazioni della protesta.
«È stato un messaggio di protesta forte nei confronti del governo, sulle recenti riforme. È noto che siamo contrari a queste separazioni di facciata delle carriere, che non ridurranno di un solo giorno la durata dei processi civili e penali. Quindi intendiamo protestare, con spirito di collaborazione, siamo pronti a confrontarci, ma sui principi non arretriamo di un millimetro», ha detto, come riportato nel video qui sotto.
Manifestazioni si sono svolte in diverse città, anche all'esterno, davanti ai palazzi di giustizia.
A Milano tanti giudici e pm milanesi e alcuni procuratori della sede del distretto della corte d'appello si sono schierati compatti sulla scalinata davanti all'ingresso principale, con addosso la toga.
L'epicentro della protesta odierna però è a Napoli, dove è intervenuto il ministro della giustizia Carlo Nordio: toga indosso, una coccarda tricolore sul petto, e tra le mani un cartello con una frase di Piero Calamandrei che inneggia alla Costituzione, i magistrati aderenti hanno dato vita alla dimostrazione.
Come deliberato dal Comitato Direttivo dell'Anm in segno di protesta contro la riforma della separazione delle carriere, i magistrati presenti all'inaugurazione hanno abbandonando il Salone dei Busti di Castel Capuano dopo che ha preso la parola il ministro.
"La riforma che allarma tutta la magistratura, perché scardina l'assetto costituzionale del potere giudiziario e in futuro può porne in pericolo fortemente l'indipendenza, è certamente quella costituzionale sulla separazione delle carriere tra requirenti e giudicanti e il, conseguenziale, doppio Csm con la nomina a sorte dei componenti togati", afferma Aldo Policastro, procuratore generale della Repubblica di Napoli, nella sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
"Una scelta, quella della separazione, - prosegue il Pg - che se motivata dalla temuta arrendevolezza dei giudici ai pubblici ministeri è platealmente smentita dalle alte percentuali delle assoluzioni, mediamente pari al 40 per cento, che continuiamo a registrare.
Ma poi le carriere in concreto sono già separate se solo lo 0,53 per cento, mediamente negli ultimi 5 anni, ha cambiato funzione". Policastro ha sottolineato che la preoccupazione della categoria è che "un pubblico ministero separato, isolato dalla giurisdizione, come accade in molti ordinamenti, è assai vicino, se non collegato, all'esecutivo: non vorremmo che accada".
Nordio ha detto stamane parlando durante la cerimonia: "Il dissenso è il sale della democrazia e ringrazio i magistrati per aver espresso il loro dissenso in maniera composta. Ma pensare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per oltre 30 anni, possa avere l'obiettivo di umiliare la magistratura è ingiusto. È doloroso che qualcuno possa pensare che questa riforma costituzionale sia punitiva per la magistratura. Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso.
Però che si possa pensare che un ministro che a 30 anni è entrato in magistratura ed è stato per tre anni alla guida dell'inchiesta contro le Brigate Rosse, tutta la colonna veneta, e ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, che un ex magistrato quale sono possa avere come obiettivo l'umiliazione della magistratura, lo trovo - ha concluso il ministro - particolarmente improprio".