Funerale di Sara Piffer, in tantissimi nella chiesa di Palù di Giovo per l'ultimo saluto alla campionessa
Compagni di squadra, giovani atleti, molti rimasti fuori dal tempio hanno seguito la cerimonia nel sagrato, sotto la pioggia. Dal papà, parole di perdono e ricordo
PREGHIERA Una folla sabato per il Rosario
L'INCIDENTE La giovane ciclista Sara Piffer travolta e uccisa mentre si allena
RABBIA La Fci: «Necessario tutelare i ciclisti, basta parole, ora i fatti»
TALENTO Una promessa, due volte campionessa trentina
PALU’ DI GIOVO. In una giornata di pioggia e di tristezza, immenso dolore e grande partecipazione oggi ai funerali della campionessa di ciclismo Sara Piffer, morta venerdì mattina in un tragico incidente a Mezzocorona quando è stata centrata in pieno da un automobilista settantenne che era contromano per un sorpasso. Tanta gente e tanti giovani atleti come lei, con la divisa della sua squadra e degli altri sodalizi come il Montecorona: così tanti che non c’era posto per tutti nelle navate ed hanno dovuto assistere da fuori alle esequie.
A celebrare il funerale, davanti alla bara coperta con la sua maglietta da gara, i sacerdoti del Decanato: don Lucio e don Romano, don Mauro, don Cristian. don Lamberto e padre Marco. «Quello che è successo è accaduto in un giorno normale, un giorno di sole. Un giorno tragico, ma dove ho visto anche la speranza del perdono – ha detto nell’omelia don Mario Busarello – di suo fratello Christian, che si allenava con lei, che sul posto ha alzato gli occhi e ha incrociato lo sguardo del responsabile, e lo ha visto disperato come il suo. Ora siamo qui a provare di comprendere questo dolore».
A parlare alla fine della commovente celebrazione, il papà di Sara, che ha ripercorso il momento più doloroso della sua vita. La morte di Sara e la chiamata del figlio Christian che lo avvisava dell’incidente, e ha ribadito che la famiglia Piffer ha perdonato l'automobilista. Di Sara, ha detto: «Per noi sei stato un dono, vivrai sempre tra di noi» ha detto con emozione.
Il feretro è stato poi portato fuori dalla chiesa a spalla dai suoi coscritti diciottenni, ed i presenti le hanno tributato un lungo applauso.
Foto Paolo PEDROTTI