Emergenza / Storia

Il fotografo Massimo Sestini dopo l'incidente nel lago ghiacciato a Lavarone: «sono morto e risorto»

In una nota saluta i colleghi della Stampa Toscana: «La prossima settimana spero di tornare a casa. Devo la vita a un sub professionista che è venuto a ripescarmi»

LAVARONE.  "Sono morto e risorto. Posso rivolgermi di nuovo a voi e tutti grazie alla prontezza e alla capacità professionale di un istruttore sub che mi è venuto a ripescare, nel lago ghiacciato di Lavarone, non avendomi visto riemergere. Ero lì, come sempre, per il mio lavoro: ossia informare attraverso le foto. Un lavoro che ho sempre svolto ovunque, spesso nelle condizioni più difficili: anche nell'aria e, appunto, nell'acqua. Il pericolo è insito nella nostra professione. E' andata bene. La prossima settimana spero di tornare a casa".

Così il fotoreporter Massimo Sestini, dopo l'incidente durante un'immersione a Lavarone, in un messaggio inviato all'Associazione Stampa Toscana, soprattutto per ringraziare i colleghi e gli amici. "Con queste poche righe scritte a fatica, di getto, voglio solo ringraziare tutti per la straordinaria dimostrazione d'affetto che si è riversata su di me - aggiunge -. In attesa di rivedervi lasciate che, idealmente, vi abbracci. Sapere che ci siete è stata una formidabile spinta verso la ripresa".

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