Accoltellamento al centro commerciale di Civezzano: perizia psichiatrica per l'aggressore
Si è tenuta la prima udienza: sull'accusato di aver conficcato il coltello nella nuca dell’uomo che gli aveva dato un tetto per vivere. Ma lo aveva già fatto con altri, oltre ad aver sfasciato un bar dove doveva lavorare
TRENTO. Nel maggio scorso l'imputato, un 47enne lombardo senza fissa dimora, aveva conficcato un coltello con lama lunga 12 centimetri nel collo dell'uomo che qualche tempo prima, mosso da sincero altruismo, gli aveva dato un tetto sotto cui dormire. L'aggressione era avvenuta sotto gli occhi atterriti dei clienti e del personale del supermercato Orvea, al centro commerciale di Civezzano: la vittima, l'albergatore Bruno Cassese, si trovava in fila alla cassa quando era stato raggiunto da un fendente.
Il 6 febbraio, in tribunale a Trento, erano presenti sia l'imputato, accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria, sia la vittima.
Il collegio - formato dai giudici Claudia Miori, Rocco Valeggia e Massimo Rigon - ha rinviato l'udienza ad aprile per l'affidamento dell'incarico ad un perito per la valutazione dello stato di salute mentale del 47enne, che in questo procedimento è accusato di tentato omicidio e di stalking.
Lo stesso soggetto, due mesi prima dell'episodio violento al supermercato, aveva colpito ripetutamente con una forbice un amico che pure lo aveva ospitato per qualche giorno: per questo episodio, risalente a marzo 2024, è indagato sempre per tentato omicidio e per stalking.
Dunque si tratta di due aggressioni avvenute a distanza di due mesi e che solo per un soffio non si sono tramutate in tragedia.
Una perizia psichiatrica del 2016, prodotta nell'ambito di un processo celebrato a Bolzano per stalking, indicava chiaramente che l'uomo era totalmente incapace di intendere e di volere, nonché di stare in giudizio.
Dichiarata la pericolosità sociale, era stato per un lungo periodo alla Rems di Pergine Valsugana, la residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza. Successivamente era stato accolto in una comunità, in libertà vigilata. Il percorso stava procedendo positivamente e l'uomo, ritenuto non più pericoloso socialmente, aveva potuto fare ingresso in un appartamento protetto.
Attraverso l'avvocata Maria Coviello era riuscito ad ottenere dal magistrato di sorveglianza la possibilità di far visita ai parenti fuori regione. Ma la libertà non è facile da gestire per chi ha fragilità e l'uomo ha iniziato a commettere errori che hanno portato alla sua esclusione da un programma di reinserimento sociale. Nonostante avesse trovato persone disposte ad aiutarlo, si è giocato tutte le chanche di una possibile, nuova rinascita.
A Trento ha distrutto il locale pubblico in cui avrebbe avuto la possibilità di lavorare; sempre nel capoluogo, come accennato, ha ferito gravemente l'amico che lo aveva ospitato per un breve periodo nella sua abitazione, venendo indagato per tentato omicidio e per stalking.
Ha poi iniziato a perseguitare Bruno Cassese, senza alcun motivo, presentandosi ripetutamente nell'albergo che la vittima gestiva, minacciandolo con colpi di box o sbarrandogli la strada. Fino al giorno in cui lo ha seguito all'interno del supermercato di Civezzano, e lo ha colpirlo a tradimento alle spalle, conficcandogli un coltello nella nuca. La vittima era stata portata in emergenza al Santa Chiara e sottoposta ad un doppio intervento chirurgico, con una prognosi di guarigione di oltre 40 giorni.
L'avvocato Francesco Moser, difensore d'ufficio del 47enne in questo procedimento, ha chiesto che venga fatta una nuova perizia psichiatrica sull'imputato, che ieri appariva abbastanza confuso. La procura ha invece insistito sulla sua capacità di intendere e di volere. Il tribunale ha deciso di nominare un esperto a cui affidare una nuova valutazione.