Politica / Alta tensione

Terzo mandato in Trentino, la maggioranza spinge sull'acceleratore. È scontro sul voto del presidente Soini

Opposizione durissima. Alessio Manica: “E’ stata votata una norma ad personam, questo sarà il ddl Salvafugatti. Il voto che ha dichiarato l’urgenza di modifica alla legge elettorale ricorda quando il centrodestra in Parlamento votò che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Al voto si è allineato il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini con il mandato di consigliere di maggioranza. Nel votare un sì a un’urgenza che non c’è, è saltata la sua terzietà”

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LEGA  
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TRENTO. Con 17 voti favorevoli, 14 contrari e 4 astenuti, il Consiglio provinciale di Trento ha approvato la procedura d'urgenza per il disegno di legge che modifica i limiti dei mandati per il presidente della Provincia. La proposta prevede l'estensione da due a tre mandati, purché siano stati esercitati per almeno 72 mesi, anche non continuativi.


Mirko Bisesti (Lega), presentando la richiesta, ha sottolineato la necessità di tempi adeguati per eventuali verifiche costituzionali e referendum, stimando fino a 26 mesi per l'entrata in vigore della norma. "Non ci sono blitz né sotterfugi, vogliamo affrontare le elezioni del 2028 in un contesto chiaro", ha affermato.

Francesco Valduga (Campobase) ha criticato l'iniziativa: "I temi caldi sono altri, non il destino di Fugatti. Servono tempo e un confronto più ampio sulla legge elettorale". Duro Alessio Manica (Pd) che ha definito il provvedimento "ddl Salvafugatti" (“E’ stata votata una norma ad personam, questo sarà il ddl Salvafugatti. Il voto che ha dichiarato l’urgenza di modifica alla legge elettorale ricorda quando il centrodestra in Parlamento votò che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Al voto si è allineato il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini con il mandato di consigliere di maggioranza. Nel votare un sì a un’urgenza che non c’è, è saltata la sua terzietà”), mentre Filippo Degasperi (Onda) ha denunciato "un colpo di mano".

Al centro delle polemiche il voto favorevole del presidente del Consiglio Claudio Soini, che ha reagito alle critiche: "Chiedermi di non esprimere il mio diritto di voto è cosa grave e inaudita". In sua difesa Claudio Cia (Gruppo Misto): "La minoranza confonde il campo sportivo con l'Aula, dove il Presidente è componente del Consiglio".

Lucia Coppola (Avs) ha criticato la scelta di Soini: "L'astensione avrebbe avuto un alto valore". Roberto Paccher (Lega) ha respinto le accuse parlando di "comportamento intimidatorio delle minoranze". Lucia Maestri (PD) ha denunciato una "torsione autoritaria", mentre Vanessa Masè (Civica) ha difeso la scelta: "Condivido i contenuti e la procedura d'urgenza".

Christian Girardi (Fratelli d'Italia) ha parlato di "eccesso di democrazia" concesso al dibattito, mentre Paolo Zanella (PD) ha accusato la maggioranza di voler contingentare i tempi di discussione. Walter Kaswalder (Patt) ha sostenuto la libertà dell'elettorato di scegliere quante volte rieleggere un presidente. La tensione resta alta, con la minoranza che promette battaglia nelle prossime fasi dell'iter legislativo.

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