Processo Perfido, parte l'Appello: nella seconda udienza, oggi in aula la parola alle difese
Complessivamente, nella sentenza di primo grado erano state previste pene per 76 anni di reclusione per gli otto imputati, che si dichiarano innocenti
TRENTO. Seconda giornata di udienza in camera di consiglio di fronte alla Corte d'assise d'appello di Trento nell'ambito del processo di appello con giudizio abbreviato nei confronti di otto imputati a diverso titolo per associazione a delinquere di tipo mafioso e sfruttamento del lavoro. Il procedimento è scaturito dall'indagine "Perfido", per le infiltrazioni della 'Ndrangheta nel settore del porfido in Trentino.
Gli imputati sono Giuseppe Battaglia (ritenuto dall'accusa in un ruolo apicale nel sodalizio e condannato in primo grado a dodici anni), la moglie Giovanna Casagranda, il fratello Pietro Battaglia, assieme a Mario Giuseppe Nania (considerato dagli inquirenti il "braccio armato" e condannato a undici anni e otto mesi), Demetrio Costantino, Antonino Quattrone, Domenico Ambrogio e Federico Cipolloni.
Complessivamente, nella sentenza di primo grado erano state previste pene per 76 anni di reclusione.
Nella prima udienza, la scorsa settimana, la sostituto procuratore Maria Teresa Rubini aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado.
I legali delle parti parti civili, in rappresentanza dei sindacati Cgil e Cisl del Trentino, della Provincia di Trento, dell'avvocatura dello Stato (per il Ministero dell'interno, della difesa, per il Cdm e per il Comune di Lona Lases), dei tre lavoratori cinesi e delle associazioni Arci del Trentino e Libera, si erano unite alla richiesta dell'accusa.
I legali della difesa intervenuti fino ad ora, invece, hanno chiesto l'assoluzione dei propri assistiti.