Stop alla guardia medica di notte, ma il taglio slitta in avanti, la struttura non è ancora pronta
In futuro, se state male, interventi solo per telefono e chiusura durante la settimana delle sedi sul territorio, per «risparmiare» medici
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TRENTO. Ancora per qualche settimana, il servizio notturno di continuità assistenziale tra mezzanotte e le 8 è salvo: la riorganizzazione della guardia medica doveva infatti partire entro la fine di gennaio, ma Azienda sanitaria e assessorato alla salute stanno ancora ultimando il piano attuativo. Solo poi si procederà concretamente al "taglio" del servizio così come è attivo oggi, con i medici presenti stabilmente nei ventuno presìdi presenti sul territorio, con le novità - già preannunciate a metà dicembre - che dovranno poi essere precedute dall'autorizzazione della direzione del Dipartimento salute e da una campagna informativa rivolta ai cittadini.
In ballo ci sono tra i 30 e i 40 interventi ogni giorno (o meglio ogni notte): stando agli ultimi dati disponibili, relativi al periodo gennaio - giugno 2024 e resi noti in risposta ad un'interrogazione della consigliera provinciale del Pd Mariachiara Franzoia, gli interventi a cui sono stati chiamati i medici della continuità assistenziale nella fascia oraria 24-8 sono stati all'incirca 6.500, pari al 12% dei 54.436 complessivi (con il 35% degli interventi effettuati invece nella fascia 20-24 e il 53% nella fascia 8-20).
Numeri importanti, perché sono stati decisivi nello spingere Provincia e Azienda sanitaria a prevedere la riorganizzazione. Gli interventi nella fascia 24-8 sono stati infatti giudicati insufficienti per giustificare la permanenza in pianta stabile nei presidi (Ala, Aldeno, Borgo Chiese, Borgo Valsugana, Calavino, Cembra, Comano, Folgaria, Fondo, Mezzolombardo, Mori, Pellizzano, Pergine, Pinzolo, Pozza, Predaia, Predazzo, Riva, Rovereto, Tonadico, Trento) lungo l'intero arco delle nottate.
Un modo - ha sempre spiegato la Provincia - non solo per ottimizzare l'impiego delle risorse ma anche per cercare di contrastare le difficoltà nel reperire (e trattenere) i medici per questo servizio. Attualmente i medici sono 104, di cui 15 titolari a tempo indeterminato e 89 incaricati a tempo determinato.
Difficoltà con cui il sistema sanitario trentino si trova a fare i conti già ormai da un decennio: era il 2016 quando per la prima volta l'allora assessore alla salute Luca Zeni propose di tagliare il servizio notturno, rimodulandolo. Le allora minoranze insorsero salvo poi ritrovarsi, una volta al governo, a dover adottare gli stessi provvedimenti a conferma di una sempre granitica certezza in campo politico: fare opposizione è molto più facile che governare.
Ma in concreto? Da fine marzo, aprile al massimo, dalle 24 alle 8 il servizio sarà garantito dai medici della Centrale operativa 116117 (già ora da contattare sempre anche nelle altre fasce orarie prima di recarsi, se indicato dal medico, in ambulatorio) che forniranno consulenze telefoniche e, solo se necessario, attiveranno medici reperibili sul territorio per interventi domiciliari o ambulatoriali. Rimarrà inalterato il servizio nelle altre fasce orarie, con le attuali sedi aperte, dalle 20 alle 24 dei giorni feriali, dalle 8 alle 24 il sabato, la domenica e i festivi, dalle 10 alle 24 i prefestivi.