Artigiani in rivolta contro la "patente a punti" della sicurezza nel lavoro, l’accusa di De Zordo: «Sistema allucinante»
Le grandi ditte sono esentate grazie al Soa, ma i piccoli artigiani sono ostaggio della burocrazia, ed il portale Inail praticamente non funziona mai
TRENTO. Parlare di crediti in edilizia, ovvero della famosa "patente a punti" obbligatoria per le aziende che lavorano nei cantieri, è come accendere un lanciafiamme degli operatori del settore.
Obbligatoria da ottobre 2024 la patente va richiesta dalle aziende tramite il portale dell'Inail e dovrebbe servire a rallentare gli infortuni sul lavoro perché le imprese ottengono - o perdono - crediti in base agli incidenti sui loro cantieri. Ma, c'è qualche ma. Innanzitutto le grandi aziende in possesso di "Soa", ovvero dell'attestazione per chi partecipa a grandi appalti, sono esentate. Cosicché il peso della burocrazia e dell'attenzione ricade sulle piccole imprese artigiane.
Poi, segnala il presidente degli artigiani trentini, Andrea De Zordo, il portale praticamente non funziona, così abbiamo artigiani che devono perdere giornate a inseguire la burocrazia. E De Zordo non ha mezze parole, parla di «situazione allucinante».
Numeri su come sta andando non se ne hanno. Si possono fare delle stime. Tenendo conto che gli artigiani in provincia di Trento sono 12 mila, quelli che fanno parte della filiera dell'edilizia sono 7 mila. Di questi al momento circa il 70% si sarebbero iscritti alla patente a punti, dunque circa 5 mila imprese.
«La patente a punti in edilizia - dice De Zordo - dovrebbe presentare un passo significativo verso la sicurezza, dovrebbe, ma questo non è. A pochi mesi dalla sua introduzione la nuova misura continua a generare una serie di reazioni negative tra i nostri associati, che vanno dalle preoccupazioni per le severe sanzioni previste fino a critiche che sono legate anche alle tempistiche. Abbiamo aziende che chiedono continuamente chiarimenti sull'accumulazione dei punti e sulla decurtazione. Si viaggia nella nebbia».
Poi ci sono alcuni temi che fanno arricciare il naso ad alcune aziende: infatti la possibilità di incrementare i punti in base alla storicità dell'azienda o degli investimenti fatti, non piace. Inoltre, segnala De Zordo, bisogna sottolineare che il sistema rischia di determinare disparità di trattamento tra imprese in caso di infortuni gravi. E il tema della Soa, la certificazione aziendale che si basa su grandi commesse acquisite negli anni precedenti e quelle che si potranno realizzare nel futuro sta creando notevoli irritazioni tra i "piccoli". In pratica il sistema salva i "grandi" e mette in grande difficoltà i piccoli, vittime di questa mannaia che «punta a colpevolizzare le aziende anziché puntare a cercare uno strumento per ridurre gli incidenti. Si tratta di burocrazia che va a incidere sui costi delle aziende».
Non solo. De Zordo fa un esempio: «Immaginiamo un'azienda che deve solo sistemare il verde in un cantiere nella fase conclusiva dei lavori e avendo una azienda piccola deve rispettare la patente a punti, mentre chi ha costruito l'opera non è soggetto alla patente perché ha la Soa. Questa norma dimostra che la scelta è stata fatta sull'impeto a causa di incidenti sul territorio nazionale, ma la politica non ha saputo trovare qualcosa che fosse qualcosa di concreto per aiutare le aziende. Per l'Associazione Artigiani il tema della sicurezza è fondamentale, ma va oltre la mera scelta di punire l'imprenditore a prescindere. È necessario un cambio di marcia e prospettiva. La sicurezza è uno stile di vita che va sulle 24 ore, rendendosi ognuno conto di quanto sia fondamentale la distrazione quale elemento fondamentale nel cagionare gli incidenti, prova ne sono gli incidenti che avvengono per recarsi al lavoro e che sono classificati come infortuni, ma non sono altro che distrazione alla guida».
Ma anche gli incidenti in itinere vengono classificati come incidente sul lavoro e questi pesano sulle aziende. «Va abbinato - dice ancora De Zordo - un corretto stile di vita anche al di fuori delle otto ore lavorative. Ogni incidente è una tragedia e lo è ancora di più nel nostro mondo artigiano perché spesso coinvolge persone vicine a noi».
Quindi, tornando alla patente a punti, dice De Zordo «sarebbe stato indispensabile una introduzione più progressiva, in modo che l'imprenditore avesse un tempo più ampio, invece si è tradotta in un balzello mascherato. Si improvvisa sulle spalle degli imprenditori, così dobbiamo assecondare queste iniziative oltre a dovere fare quadrare il bilancio». E De Zordo non si illude: il governo non tornerà indietro: «Sarebbe per loro un autogol».