Giustizia / Il caso

Inchiesta Romeo, il presidente Kompatscher sentito in Procura come «persona informata sui fatti»

Il numero uno della Provincia di Bolzano non è indagato, martedì è stato ascoltato come teste al palazzo di Giustizia di Trento nell’ambito dell’indagine sugli intrecci tra affari e politica in regione. I magistrati: clima disteso e cordiale, il Landeshauptmann è stato «istituzionalmente collaborativo»

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di Francesca Cristoforetti

TRENTO - Dopo qualche settimana di silenzio, emergono nuovi sviluppi sull'inchiesta Romeo sugli affari tra politica e mondo imprenditoriale che ha scosso - e sta scuotendo - tutta la regione.

Martedì mattina, a varcare le porte del palazzo di Giustizia del capoluogo trentino è stato il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher.

Il governatore - che non è indagato - si è presentato negli uffici della procura di Trento davanti al pubblico ministero Alessandro Clemente (titolare del fascicolo insieme al collega Davide Ognibene) e al procuratore capo Sandro Raimondi.

È stato chiamato ai fini investigativi come «persona informata sui fatti» per un colloquio «dal clima disteso e sereno». Secondo la procura infatti l'incontro, che è durato diverse ore, si è svolto «in modo cordiale»: il Landeshauptmann, in qualità di teste, è stato «istituzionalmente collaborativo».

Al centro delle domande dei pm, il rapporto con il tycoon austriaco René Benko - al momento in custodia cautelare nel carcere di Vienna per il mega crack del suo gruppo Signa - e le sue influenze sul mondo imprenditoriale e soprattutto, su quello politico della regione.

Era emersa una chat con diversi soggetti coinvolti: «Per me il contenuto può essere reso noto», aveva detto Kompatscher.

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