Polizia / Sindacato

Aggressioni, droga e telefonini nelle carceri trentine: “Sicurezza al collasso”

Il grido d'allarme arriva direttamente dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), Donato Capece, che ha recentemente visitato il carcere di Spini di Gardolo

SPINI Poliziotto aggredito da un detenuto

TRENTOLa situazione nelle carceri trentine è al limite. Il grido d'allarme arriva direttamente dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), Donato Capece, che ha recentemente visitato il carcere di Spini di Gardolo a Trento. "Una situazione seria, che potrebbe costituire un pericolo per i poliziotti penitenziari", denuncia Capece, evidenziando come la problematica sia "incredibilmente e colpevolmente sottovalutata dai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria".

La carenza di personale rappresenta il problema principale: mancano non solo agenti e assistenti, ma anche figure di coordinamento come ispettori e sovrintendenti.

Particolarmente urgente, secondo il Sappe, è la necessità di un Comandante del Reparto di Polizia fisso con incarico almeno triennale che, insieme a un nuovo direttore, possa garantire quella stabilità attualmente assente nell'istituto trentino.

Durante la visita, accompagnato dal segretario nazionale per il Triveneto Giovanni Vona e dai dirigenti locali del sindacato, Capece ha riscontrato "poliziotti con grande senso di appartenenza, spirito di sacrificio e professionalità", nonostante le difficili condizioni lavorative.

La situazione appare particolarmente critica considerando l'aumento dei posti di servizio a fronte di un organico sempre più ridotto. Il leader sindacale propone soluzioni concrete: oltre all'assegnazione di un numero significativo di nuovi agenti, suggerisce politiche residenziali che favoriscano la permanenza al Nord di personale più esperto attraverso agevolazioni sull'assegnazione di abitazioni riservate alle forze dell'ordine.

Le problematiche non si limitano al solo istituto di Trento ma accomunano gran parte delle strutture del Triveneto: oltre alla carenza di personale, preoccupano il costante verificarsi di eventi critici (principalmente aggressioni al personale) e l'introduzione di oggetti non consentiti come droga e telefonini.

"La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze", conclude Capece, puntando il dito contro "l'incapacità di chi non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti", ritenuti anch'essi "non esenti da gravi responsabilità".