Vigili del fuoco / I nostri corpi

Vigili del fuoco di Mezzano: dal terremoto dell’Aquila alla tempesta Vaia, storie di coraggio e umanità

Tra calamità e interventi di routine, la storia del comandante Luigi Orler e di quella piccola perlina donata da una bambina sopravvissuta al terremoto dell'Aquila, simbolo indelebile di gratitudine 

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Alla guida dei vigili del fuoco volontari di Mezzano da sette anni Luigi Orler. Il corpo conta 23 effettivi che durante l'anno vengono regolarmente impiegati per il supporto al 118, le ricerche di dispersi, spesso cercatori di funghi inesperti, incidenti e tanto altro. Non mancano episodi curiosi, come quando una donna li chiamò per un incendio che in realtà era solo la luce dei lampioni appena installati. E non solo: nel tempo il Corpo di Mezzano ha organizzato eventi che hanno avuto un eco internazionale.

Parliamo di Only The Brave, una manifestazione che dal 2015 mette in competizione il personale dei vari servizi antincendio operanti in Italia e all’estero. I concorrenti si sfidano su un percorso con l’obbligo di indossare la divisa da intervento e l’autorespiratore per la protezione delle vie respiratorie. 

"La vera difficoltà è mantenere l'equilibrio e ricordarsi che dietro ogni emergenza ci sono persone" afferma Orler, che ringrazia mogli e compagne: "Spesso le trascuriamo, ma loro ci vedono partire senza sapere quando torneremo". 

A TU PER TU CON IL COMANDANTE 

Nel silenzio di una tendopoli allestita all'Aquila, tra le macerie di vite spezzate e sogni infranti, una bambina di sei anni tendeva la mano verso Luigi Orler, vigile del fuoco di Mezzano. Nella sua piccola mano stringeva un sacchettino contenente piccole perline colorate, l'unico tesoro rimasto dopo aver perso tutto nel terribile terremoto del 2009.

"Lei voleva solo regalarmi una perlina, ma io ero concentrato sul lavoro da fare", racconta con la voce rotta dall'emozione Orler, oggi 53enne, alla guida del corpo dei vigili del fuoco volontari di Mezzano da sette anni. "L'ho allontanata per una questione di sicurezza, pensando che avrei perso tempo prezioso. Un errore che mi ha segnato profondamente".

La videointervista al comandante dei Vigili del fuoco di Mezzano

Fu una volontaria della Croce Rossa a fargli comprendere la portata del suo gesto. "Quella bimba non ha giochi, ha solo questi bottoncini. Vorrebbe regalarne uno perché vede in voi i suoi salvatori", gli disse. Parole che colpirono l’attuale comandante come una freccia al cuore.

"A quel punto l'ho chiamata subito e ho accettato con grande gioia il suo dono", confessa. Quella perlina, simbolo di gratitudine infinita, è rimasta per anni nel taschino della sua divisa. "Purtroppo un giorno l'ho persa. L'ho cercata ovunque, nell'armadietto, su tutte le divise. A distanza di tanti anni, ancora mi dispiace profondamente questa perdita".

Il corpo dei Vigili del fuoco volontari di Mezzano, con una storia che affonda le radici in più di un secolo di servizio alla comunità, conta 23 effettivi ed è una squadra coesa che copre un territorio montano per vari punti di vista complesso. Luigi Orler, entrato nel corpo nel 1996, ha scalato presto tutti i gradini della gerarchia: segretario, caposquadra, vicecomandante e, dal 2017, è diventato comandante.

"Quando sei un semplice vigile, hai la responsabilità di te stesso. Quando diventi caposquadra, hai la responsabilità delle persone che hai sotto. Da comandante, la responsabilità aumenta esponenzialmente", spiega il diretto interessato. E prosegue: "Il primo obiettivo è sempre che non si faccia male nessuno, l'incolumità dei miei ragazzi è la cosa che più mi preme".

Gli interventi che hanno segnato la carriera di Orler sono numerosi. L'alluvione in Emilia-Romagna del 2023 è tra i più drammatici. "Eravamo a Modigliana, soprannominata 'il paese delle frane'. In quelle due alluvioni hanno avuto più di 7.000 frane su tutto il territorio. Era una situazione impossibile: niente comunicazioni, niente elettricità, niente acqua. Abbiamo dovuto prendere rischi per salvare persone intrappolate".

Un episodio in particolare è impresso nella sua memoria: "Due anziani di 80 anni erano isolati, ma non potevamo portarli a valle perché il percorso era impraticabile. Ho dovuto lasciarli lì con la promessa che saremmo tornati il giorno dopo con l'elicottero. Vedere quelle persone piangere mentre ci allontanavamo mi ha fatto stare male, ma era l'unica soluzione possibile. Per fortuna poi è andato tutto bene".

Anche la tempesta Vaia, che nel 2018 ha devastato i boschi del Trentino, ha messo a dura prova il Corpo di Mezzano. "Ero comandante da soli sei mesi. Ricordo il momento cruciale: ero in sala radio a coordinare i miei uomini quando ho visto il tetto della casa di fronte volare via. Ho ordinato a tutti di rientrare immediatamente in caserma".

Ma non sono solo le grandi calamità a far parte del lavoro dei vigili. Gli incidenti stradali, gli interventi di supporto al 118, le ricerche di persone scomparse – spesso cercatori di funghi inesperti – scandiscono la quotidianità del corpo. E poi ci sono gli interventi che segnano profondamente, soprattutto i vigili più giovani, come i suicidi o i tentati suicidi. "Cerchiamo di addestrarci alla gestione dello stress", spiega Orler. "Abbiamo fatto corsi con psicologi per essere preparati ad affrontare situazioni traumatiche". Episodi curiosi? "Tanti. Una volta una donna ci ha chiamato per un incendio. La luce che per lei era provocata dalle fiamme arrivava in realtà dai lampioni appena installati".

Il corpo di Mezzano ha anche un gruppo allievi, ragazzi dai 14 ai 18 anni che intraprendono un percorso formativo. "Non tutti diventeranno vigili effettivi, ma è un'esperienza di crescita preziosa".

Ciò che emerge dal racconto di Orler è la passione indissolubile per un servizio che va ben oltre il dovere. Una passione che richiede sacrifici non solo personali, ma anche familiari. "Vorrei ringraziare le nostre mogli, fidanzate, compagni", dice con gratitudine. "Spesso li trascuriamo, ma soprattutto, loro ci vedono partire per un'emergenza senza sapere quando torneremo, se dopo mezz'ora o dopo un giorno".

Quella perlina perduta continua a vivere nel cuore del comandante Orler, simbolo tangibile del fatto che, dietro ogni intervento tecnico, c'è sempre una dimensione umana da preservare. "I nostri interventi alla fine li portiamo sempre a casa. La vera difficoltà è mantenere l'equilibrio, fare squadra, ricordarsi sempre che dietro ogni emergenza ci sono persone, non solo problemi da risolvere".

E forse è proprio questo l'insegnamento più prezioso che quella bambina di sei anni, con il suo piccolo gesto, ha lasciato al comandante: nella frenesia del soccorso, nella necessità di essere efficaci e veloci, non bisogna mai dimenticare il valore di una mano tesa, di un sorriso, di quel tocco di umanità che fa la differenza tra un intervento tecnico e un atto di profonda solidarietà umana.

I VIGILI DEL FUOCO DI MEZZANO

  • Luigi Orler
  • Claudio Orler
  • Alberto Simion
  • Martino Bond
  • Diego Cosner
  • Carlo Bettega
  • Domenico Bond
  • Sergio Bond
  • Giovanni Bond

  • Giorgio Castellaz
  • Mattia Castellaz
  • Piero Corona
  • Marco Cosner
  • Paolo Cosner
  • Daniele Menguzzato
  • Nicolo' Orler
  • Kevin Orsega
  • Andrea Pistoia
  • Samuele Romagna
  • Stefano Sandonà
  • Gianluca Simoni
  • Paolo Zeni
  • Federico Zugliani