Morti sul lavoro, Trentino Alto Adige tra le regioni italiane più a rischio
Sul podio dell’insicurezza nazionale in zona rossa ci sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria. A febbraio sono 101 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 37 quelli in itinere
TRENTO. Il Trentino-Alto Adige si conferma tra le aree più pericolose d'Italia per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro. Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, la regione alpina è stata inserita nella "zona rossa", ovvero tra i territori con un'incidenza di morti sul lavoro superiore del 25% rispetto alla media nazionale.
Nei primi due mesi del 2025, il Trentino-Alto Adige ha registrato 6 vittime in occasione di lavoro, contribuendo al drammatico bilancio nazionale che conta già 138 decessi, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
"Questo posizionamento in zona rossa è un campanello d'allarme che non può essere ignorato", afferma Mauro Rossato, Presidente dell'Osservatorio. "Il Trentino-Alto Adige, nonostante sia una regione all'avanguardia su molti fronti, mostra serie criticità in tema di sicurezza sul lavoro che richiedono interventi immediati".
Il contesto regionale rispecchia alcune tendenze nazionali preoccupanti: particolarmente a rischio sono i lavoratori più anziani e gli stranieri. A livello nazionale, l'incidenza più elevata di mortalità si registra infatti tra gli ultrasessantacinquenni (7,7 morti per milione di occupati) e nella fascia 55-64 anni (7,1).
La geografia degli infortuni evidenzia come il problema non riguardi solo le tradizionali aree industriali del Paese. Il Trentino-Alto Adige si trova infatti in compagnia di regioni molto diverse come Basilicata, Umbria, Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria, tutte in zona rossa.