La tragedia sul monte Bianco: Giovanni Andreis inghiottito dal crepaccio sotto gli occhi degli amici
La testimonianza dello scialpinista che si trovava davanti al 40enne di Cles: «Gli stavo parlando, a un tratto non l’ho sentito più. Dietro gridavano». Il corpo cremato in Francia prima dell’ultimo saluto nella sua val di Non
IL DOLORE Val di Non in lacrime per la morte di Giovanni Andreis
I GENITORI «Non si fermava mai, forse sapeva di avere poco tempo»
TRENTO. Giovanni Andreis è stato inghiottito dal crepaccio all'improvviso. Sabato, poco dopo le 11, stava procedendo al centro della fila composta dai soci Sat che, ordinatamente e prudentemente, stavano affrontando l'ascesa dalla stazione in quota della funivia Skyway verso il rifugio Cosmiques, sul Monte Bianco, quando è precipitato dopo che il ponte di neve sul quale inavvertitamente si trovava ha ceduto.
A ribadire come la tragedia costata la vita al quarantenne di Dres sia stata frutto di una terribile fatalità - come già era stato accertato anche dagli agenti del Pghm, il gruppo della Gendarmerie francese che cura interventi di soccorso e indagini sugli eventi in quota - è stata la testimonianza di uno dei partecipanti, che si trovava proprio davanti a Giovanni Andreis, e che ha raccontato commosso e addolorato ai familiari dell'imprenditore quarantenne come stesse parlando proprio con il loro caro, quando improvvisamente non lo ha più sentito, avvertendo invece le grida di chi li seguiva.
Andreis è precipitato in un punto che si trovava nelle immediate vicinanze della traccia seguita ogni giorno da centinaia di scialpinisti. Una fatalità per evitare la quale non sono servite né attenzione, né preparazione e prudenza ma che è risultata dunque figlia di quel margine di rischio legato all'attività in quota che non è possibile prevenire pur con tutte le cautele del caso, senza dubbio adottate sia dallo stesso quarantenne che da tutto il gruppo che stava prendendo parete alla sci alpinistica satina.
Che il dramma, che ha strappato Giovanni Andreis alla moglie, alle due figliolette, ai genitori, alla sorella e ai tanti amici, oltre che a tutta la comunità nonesa si stato frutto dell'imponderabile è stato acclarato anche dalle autorità francesi. A Chamonix, dove in mattinata sono giunti la mamma Tiziana, il papà Franco, la moglie Nadia e la cognata di Giovanni Andreis, la salma è stata messa a disposizione della famiglia: i cari del quarantenne hanno curato il riconoscimento e tutti i pietosi, pesanti ma necessari adempimenti burocratici dopo aver potuto rivedere il loro caro. È stato poi deciso di procedere con la cremazione della salma del quarantenne direttamente in terra francese, in modo da agevolare e accelerare le tempistiche di rientro dei resti in territorio italiano e dunque in Val di Non. La cremazione avverrà presumibilmente oggi 9 aprile, dopodiché l'urna potrebbe arrivare in Trentino già nella giornata successiva.
Il funerale potrebbe dunque essere fissato già per la giornata di venerdì, i familiari si consulteranno sul punto con il sindaco di Cles e il parroco, in modo da poter preparare il triste momento dell'ultimo saluto a Giovanni. Un momento al quale parteciperà non solo la gente dell'intera valle, ma anche tanti amici che Giovanni aveva in tutta Italia, dove era apprezzato per la sua attività professionale ma prima ancora per le sue doti umane. L'affetto e la vicinanza da parte di tante, tantissime persone, si sta manifestando senza sosta in queste ore ai cari del quarantenne, a testimonianza di quanto fosse apprezzato e amato. Le. Po.