Coredo, l'abbraccio a don Mauro Leonardelli nella valle di casa
Cimitero gremito e grande commozione, ieri, all'ultimo saluto nel paese in cui il sacerdote è nato: «Una grande testimonianza di fede e di vita, che lo ha accompagnato anche in questa dura e improvvisa malattia»
L'ADDIO Trento saluta don Mauro: le fotografie della folla in Duomo
COREDO - Cimitero gremito e grande commozione all'ultimo saluto a don Mauro Leonardelli: a Coredo, nel paese in cui è nato, si è celebrata «la potenza di una fine che lascia tutti senza parole», come sostiene monsignor Lauro Tisi. Una vita spezzata troppo presto, un'anima bella che avrebbe avuto ancora tanto da dare.
La sua è stata «una grande testimonianza di fede e di vita, che lo ha accompagnato anche in questa dura e improvvisa malattia».Negli ultimi momenti della sua vita, Don Mauro continuava a ripetere: «Ora lascia che il tuo servo vada in pace».
Trento saluta don Mauro Leonardelli: le fotografie della folla in Duomo
Moltissime le persone in Duomo, questa mattina 28 aprile, per dare l'addio al sacerdote che si è spento a 54 anni. Alle 17 le celebrazioni saranno nella sua Coredo
Parole che, secondo il Vescovo, «non vanno bene per un uomo nel pieno della sua vita», osservazione a cui il Don rispondeva dicendo che «presso il Signore la pienezza dei giorni non si misura con la conta degli anni».Si è spento serenamente, così come è vissuto. Sempre sorridente, scherzoso, con la battuta pronta: in questo modo viene ricordato dai compagni di classe delle superiori, per i quali era diventato, già in giovane età, un punto di riferimento.
«Ti abbiamo visto diventare uno importante, sentivamo parlare di te ai telegiornali, noi che ti conosciamo sappiamo che non l'hai voluto tu. Volevi fare il missionario, ma hai capito che si aveva bisogno di te qui».
A ricordarlo, con la voce rotta, sono in molti, tra cui la comunità dell'Alta Valle di Non, dove ha prestato servizio per nove anni prima di ricoprire il ruolo di delegato vescovile per l'Area testimonianza e impegno sociale. Comunità per cui è stato «una preziosa guida e un valido esempio», a cui «ha dato un senso all'essere cristiani, con le sue azioni concrete verso il prossimo».
Don Mauro era così: poche parole e tanti fatti, la mano sempre tesa, lo sguardo accogliente. Un parroco che non si limitava a celebrare la messa ma che si è sempre messo al servizio della comunità coinvolgendo tutti, in particolare i giovani, con numerose esperienze di Grest, campeggi o viaggi con l'associazione "La storia siamo noi".
Vedeva il bello nelle persone senza giudicare nessuno: erano tutti i benvenuti, tanto che sul foglietto settimanale, per qualsiasi progetto o esperienza che proponeva, chiedeva la collaborazione della comunità scrivendo: «Ognuno può fare qualcosa, nessuno si senta escluso».
Una persona di cui tutti sentiranno la mancanza, che ha insegnato "come si crede, come si vive e come si muore". Un parroco amato da tutti, come ha testimoniato la grande folla che si è stretta attorno a mamma Maria, ai fratelli e ai familiari.