Trento / Giustizia

Aggredisce giovane accusato (ma poi assolto) di aver molestato la figlia: a processo il padre della ragazzina

Un cinquantenne è accusato di aver messo in atto un agguato, con l'aiuto di altre persone, per farsi giustizia da sé nei riguardi di un trentenne che è finito al pronto soccorso in seguito ai calci e pugni subiti
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TRENTO - Accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina che conosceva solo di vista, era stato aggredito e picchiato dal patrigno di lei (e da altri soggetti non identificati) prima ancora che fosse il giudice a pronunciarsi sui fatti. 

Ma la "giustizia fai da te" non paga: se il giovane, un trentenne residente in una valle del Trentino, è stato assolto dall'infamante accusa, l'uomo che l'ha mandato al pronto soccorso è a processo.

Quest'ultimo, unico identificato del "branco", voleva proteggere la figlia ed evidentemente farsi giustizia da solo, con il risultato che in un'aula del tribunale questa volta è finito lui, imputato per lesioni in concorso.Gli avvenimenti sono avvenuti parecchio tempo fa, ma il procedimento per l'aggressione è agli inizi, in dibattimento. 

Ieri, davanti alla giudice Claudia Miori erano presenti l'avvocato Massimo Stringini per l'imputato e l'avvocato Gabrio Stenico per il giovane picchiato. 

L'aggressione, risalente all'agosto 2018, sarebbe stata la "risposta" della famiglia della presunta vittima di violenza: venuto a sapere dell'episodio, il patrigno, un cinquantenne di origine straniera, avrebbe meditato vendetta nei confronti del giovane, classe 1995. 

Quest'ultimo era stato accusato dalla ragazzina, che all'epoca aveva meno di 14 anni, di averla molestata durante una festa tra amici in un'abitazione. Una vicenda assai controversa, al punto che il giovane - in seguito - era stato assolto.Ma prima che la violenza sessuale finisse davanti ad un giudice, il padre della ragazzina aveva già "condannato" il giovane. E qui si arriva all'episodio discusso ieri in aula, ossia l'aggressione. 

Come emerge dagli atti, l'uomo aveva contattato via sms il ragazzo per un chiarimento in merito al rapporto con la figlia. L'appuntamento si è rivelato però una trappola. Non è stato un incontro a due: quando il giovane si è presentato sul posto ha trovato l'uomo assieme ad altri soggetti a lui sconosciuti. A quel punto il "branco" è entrato in azione, colpendolo con calci e pugni. La vittima era stata medicata al pronto soccorso e dimessa con prognosi di sette giorni.

Più che un pestaggio sarebbe stato un "avvertimento", stando a quanto emerge dagli atti. Il patrigno della ragazza, infatti, avrebbe minacciato il giovane di pesanti conseguenze. Quest'ultimo ieri si è costituito parte civile lamentando le sofferenze sia fisiche che morali patite, ma evidenziando anche le conseguenze psicologiche dell'evento, per lo stato di ansia e di paura cagionato dalle modalità dell'aggressione e dalla minaccia di «finire su una sedia a rotelle». La richiesta è di 10mila euro per il risarcimento danni. Ma. Vi.