Messo in naftalina, almeno per questa occasione il suo aka N.a.n.o., Emanuele Lapiana, uno dei musicisti più importanti e creativi della scena trentina, torna a riproporsi in concerto. L’appuntamento live sotto la sigla «Il DimenticatoIO» è quello di giovedì 28 aprile al Teatro Comunale di Pergine per un set che il musicista di Trento definisce come insieme come «un’anteprima e l’inizio di qualcosa» e in cui sarà accompagnato da una band «speciale». Sui contorni di questo evento abbiamo sentito Emanuele, musicista classe 1970 che sotto la sigla di c|o|d (crack opening displacement) negli anni ’90 ha portato una band trentina ad una grande visibilità sulla scena indie rock nazionale. Giovedì sera a Pergine sono attesi on stage anche diversi ospiti come Daniele Groff, Anansi, Felix Lalù, i Bastard Sons of Dioniso e Johnny Mox mentre va sottolineato che prima del live è prevista una degustazione ad offerta con il ricavato devoluto alla ricerca sulla malattia rara che aveva colpito il musicista di Trento Dennis Pisetta, anch’egli dei c|o|d,  mancato lo scorso anno,

Perché accantonare la sigla N.a.n.o.?

«Recentemente ho scritto molto e per molte situazioni diverse. Mi sono chiesto quale fosse il denominatore comune della mia attività musicale. I c|o|d sono sempre stati la mia versione più rock e se vogliamo più conosciuta. Con il progetto Lovecoma mi sono cimentato in una musica dai contorni più industrial e dai contenuti più gotici, mentre con N.a.n.o. ho sperimentato un po’ con l’elettronica ed il pop. Mi sono reso conto che il denominatore comune ero proprio io, la mia persona. Ho deciso quindi di smettere di nascondermi dietro a pseudonimi e sigle e di presentare degli spettacoli dove la mia musica e la mia persona potessero uscire in modo naturale ed in tutte le sue sfaccettature».

Quali forme avrà il live?

«Per questo spettacolo ho messo insieme una formazione speciale. Dopo anni di esperimenti avevo voglia di tornare un po’ alle origini e rileggere tutto il mio repertorio in una chiave più rock; non ci saranno basi, né elettronica.  Abbiamo cercato di ridurre al minimo indispensabile la strumentazione e di suonare tutto, privilegiando l’alchimia sonora e cercando di rendere unica ogni performance.

Su cosa punterai?

«La scaletta avrà diversi momenti: abbiamo fatto una scelta dei brani più belli del mio repertorio andando a prendere da tutte le mie sigle, li abbiamo suonati ed abbiamo scelto i migliori. Abbiamo aggiunto ad essi una manciata di brani inediti che andranno a comporre il prossimo lavoro in studio, e come ciliegina sulla torta ho chiamato quattro ospiti speciali a reinterpretare i brani del mio repertorio».

Chi ti accompagnerà?

«La band è composta da Tomas Pincigher, chitarrista che sta colorando miei brani con sfaccettature nuove; poi Davide Dalpiaz, un tastierista di grande talento e creativamente libero come pochi. Al mio fianco anche Fabrizio Casali e Gerardo Gambin che insieme a me hanno fatto molte cose a nome c|o|d. Dal 2005 non ci esibivamo tutti e 3 insieme».

I c|o|d, una possibile reunion?

«Ogni tanto queste voci prendono forma anche dentro di noi. Per ora siamo riusciti a resistere ma sarebbe una bugia negare che ci ho pensato, ed ho accarezzato l’idea più volte? ma in fin dei conti penso che l’unico modo in cui riuscirei ad accettare una reunion sarebbe quello di rimettere assieme tutti i c|o|d delle varie fasi (Max Garbari innanzitutto, poi Marcello de Angelis e tutti gli altri che hanno reso quella storia così unica) sarebbe molto bello, ma dovrebbe essere un’occasione davvero speciale».

Cosa che ti manca di più di quel periodo?

«Nulla. Non mi è mai piaciuto guardare indietro, ed i revival quasi sempre mi lasciano l’amaro in bocca. Mi sono rimasti moltissimi ricordi ed aneddoti che ho anche scritto e messo da parte in questi anni. In questo periodo, sto preparando un nuovo spettacolo in cui, tra mille altre cose, racconterò anche molti aneddoti di quegli anni».

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