In migliaia in val di Fassa per il concerto di Marcorè
Duemilacinquecento persone circa, una lunga colonna di camminatori ha risalito la val San Nicolò per raggiungere la conca di Jonta in Val di Fassa.
Un’ora e mezza di cammino per accogliere per i Suoni delle Dolomiti Neri Marcorè, la sua band, lo Gnu Quartet e le due vocalist per il primo appuntamento della rassegna.
Nemmeno le nubi basse e qualche goccia caduta durante l’esibizione hanno cambiato l’atmosfera di festa, per un omaggio a De Andrè.
IL COMUNICATO STAMPA
Duemilacinquecento persone circa, decine di colori diversi, una lunga colonna di camminatori ha risalito allegra la Val San Nicolò per raggiungere la conca di Jonta in Val di Fassa. Un’ora e mezza di cammino che non ha smorzato gli animi né l’entusiasmo a giudicare dal calore con cui hanno accolto Neri Marcorè, la sua band, lo Gnu Quartet e le due vocalist per questo primo appuntamento de I Suoni delle Dolomiti. Nemmeno le nubi basse e qualche goccia caduta durante l’esibizione hanno cambiato l’atmosfera di festa che si respirava in questo concerto.
Neri Marcorè ha quasi voluto farsi interprete del pensiero di tutti dicendo “siete saliti in tanti per De André”, ed infatti i brani di questo omaggio al cantautore genovese sono stati accolti da applausi, richieste, e seguiti con grande attenzione anche perché, va detto, l’interpretazione di Marcorè e compagni è stata molto bella e coinvolgente.
Tante canzoni, per un viaggio che da un lato è parso molto personale - quello dell’attore marchigiano - e dall’altro parte comune di tutti. Non è facile spiegarsi l’amore trasversale che in tutta Italia e a ogni livello si prova per il cantautore genovese, specialmente in un’epoca che predilige una musica fatta di cose facili e preconfezionate, ma basta assistere a un concerto come questo per capire che nei testi impegnati, nei versi da interpretare, nella ricca fusione di sonorità della più diversa provenienza tutti un po’ si riconoscono e un po’ cercano se stessi. E tra le Dolomiti da raggiungere con fatica e pazienza ciò è sembrato più reale che mai.
Sin dal primo brano, “Fiume Sand Creek” introdotto da un lungo movimento d’archi, seguito poi da un altro pezzo scritto in coppia con Massimo Bubola “Se ti facessero a pezzetti” si è potuto riconoscere alcuni temi forti come l’attenzione agli ultimi, l’immedesimazione nei personaggi che dalla storia non hanno avuto voce e la capacità di raccontare il Belpaese anche in modo scomodo. L’estate un po’ amara di “Rimini” ha lasciato il posto alle sonorità etniche di “Princesa” e alla splendida “Khorakahne” tratta da Anime Salve e che racchiude la visione di giustizia che animava De Andrè. Tutto ritmo e atmosfere napoletane è poi arrivato il brano “Don Raffè” mentre l’amore nelle sue mille accezioni, con le sue ombre, le sue cose irrisolte ma anche i sogni ha fatto capolino in “Hotel Supramonte” per poi proseguire sulle note di “Bocca di Rosa” e la splendida “Amore vieni”, proposta durante il bis.
Prima della fine non sono mancati la ritmica “Quello che non ho”, “Le acciughe fanno il pallone”, “Megu Megun” e “Dolcenera” e non poteva ovviamente mancare il brano di ambientazione trentina e di guerra “Andrea” così come l’indimenticata “Creuza de Ma”.
Tanti alla conclusione dell’esibizione gli applausi e tanto il calore da parte di un pubblico che ha letteralmente accerchiato Neri Marcorè per salutarlo, chiedere autografi e complimentarsi.
Le immagini video del concerto saranno disponibili in serata sulla piattaforma www.broadcaster.it
Trento, 2 luglio 2016
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