Il canto anarchico di De André
Sono passati cinquant'anni da quando è uscito Tutto Fabrizio De André , il primo disco di Faber e in questa estate il figlio Cristiano ha deciso di raccontare anche questo album nel suo live De André canta De André . Un concerto quello di Cristiano De Andrè che verrà proposto domani sera nel Gardini di Castel Trauttmansdorff di Merano in sostituzione del live che avrebbe dovuto tenere, sempre nell'ambito del World Music Festival, Francesco De Gregori.
Cristiano, iniziamo dalla scelta di proporre un brano come «Canzone per l'estate» scritta da tuo babbo con De Gregori
Ho voluto riscoprire questo brano perché è l'incrocio di due linguaggi. come quelli di mio padre e di Francesco De Gregori. Questo brano è stato scritto nel 1974 e loro contestarono apertamente un modo di vivere troppo convenzionale, tendente all'omologazione delle menti.
Lo trovi quindi un pezzo attuale anche a distanza di quarant'anni da quell'estate?
È un brano che secondo me ha una grande attualità. Credo che mio padre e De Gregori manifestarono con questa canzone l'attrazione per un'anarchia intesa soprattutto come categoria dello spirito. In questo passaggio rivedo il disagio di mio padre, per diversi anni a confine delle due condizioni. Durò poco, fortunatamente, la sua identità libertaria vinse su tutto e lo guidò fino alla fine. Mi piace risuonare questo pezzo non solo per estendere alle generazioni future i suoi insegnamenti, ma anche la convinzione che alcuni paradossi sociali non siano cambiati e che quindi valga la pena continuare a lottare.
Parliamo del live che porterai a Merano.
In questo tour rendo omaggio a mio padre in occasione dei 50 anni dall'uscita del suo primo disco che conteneva canzoni come "La guerra di Piero", "Via del Campo" e "Amore che vieni, amore che vai". Un viaggio fra musica e poesia con molti arrangiamenti nuovi che guardano a quella world music, alla Peter Gabriel, che io adoro.
Hai da poco pubblicato il libro "La versione di C.": cosa hai racchiuso in queste pagine?
Molti in questi anni si sono dedicati a dare una versione di me che ritengo sbagliata e sensazionalistica. Così ho voluto raccontarmi direttamente e di far emergere quesi personaggi della mia famiglia che avevo dimenticato, mia madre, i miei nonni e ovviamente mio padre. Scrivendo ho riscoperto anche me stesso, partendo dall'infanzia e portando alla luce un flusso cronologico di ricordi che ho raccontato in questo libro.
Una volta terminato il tour a cosa ti dedicherai?
Entro la fine dell'anno uscirà un disco live fotografia di questo tour e poi vorrei dedicarmi ad un disco d'inediti che dovrebbe essere pronto per il prossimo anno.