L'Equilibrium di Giovanni Allevi «Protagonista l'emozione del pubblico»å
Giovanni Allevi ha sempre fatto registrare il sold out in occasione di ogni suo concerto a Trento e non farà certo eccezione il suo prossimo live del 23 marzo all'Auditorium S. Chiara . Prevendite a gonfie vele per il pianista marchigiano che presenterà il suo nuovo doppio album Equlibrium uscito l'ottobre scorso. Allevi, come ci racconta in questa intervista, sarà sul palco con il suo pianoforte accompagnato da tredici selezionati Archi dell'Orchestra Sinfonica Italiana .
Allevi il suo ultimo cd è uscito ad ottobre: soddisfatto dell'accoglienza ricevuta?
Senza alcun dubbio! Ero sinceramente preoccupato alla vigilia della pubblicazione di Equilibrium, di come sarebbe stato accolto dal pubblico, poiché è uno dei miei lavori più complessi. La sua musica è un inarrestabile flusso emotivo, libero e selvaggio, lontano dagli standard di ascolto del mondo di oggi. Vedere i teatri presi d'assalto nella prima parte del tour è stata una soddisfazione immensa.
Cosa evidenzia un titolo come "Equilibrium"?
Sta a significare che l'equilibrio è un ideale a cui tutti tendiamo, ma spesso le scelte più importanti della nostra vita nascono nel momento in cui ci sbilanciamo, abbandonando le nostre certezze per intraprendere nuove strade.
Lei riesce sempre allora a stare in equilibrio fra queste due anime musicali?
L'anima rock e quella classica sono le due forze propulsive di tutto il lavoro. Il loro incontro è instabile poiché esse rappresentano due poli opposti: il lato sovversivo del presente, l'ossequio delle regole cristallizzate nel passato.
Un doppio album nasconde ovviamente un lavoro impegnativo: in quali tempi lo ha registrato?
Ho affrontato la registrazione "al buio", subito dopo l'operazione agli occhi in Giappone, e devo riconoscere che è stato affascinante dirigere l'orchestra senza fare affidamento sulla vista. Ma ho impiegato la maggior parte del tempo nella composizione di Equilibrium: le prime note sul pentagramma le ho scritte circa tre anni fa.
Per la prima volta ha scelto di farsi accompagnare da un altro pianista il virtuoso americano Jeffrey Biegel: da dove questa scelta?
E' una bellissima storia. Uno studente della Brooklyn Academy di New York un giorno ha lasciato sul leggio del pianoforte del suo maestro Jeffrey Biegel lo spartito di una mia composizione. Il maestro, incuriosito, lo ha suonato e si è innamorato della mia musica. Mi ha scritto una mail dove mi chiedeva di scrivere qualcosa per lui; io mi sono sbilanciato ed ho composto un intero concerto per pianoforte e orchestra a lui dedicato, che oggi è nell'album Equilibrium ed è già stato eseguito negli Usa. Più che una scelta è stato l'incontro di forze misteriose ed appassionate.
Fra le tracce ci hanno colpito "No words" e "Scent of you": può raccontarci la loro genesi?
Continuo a ricevere mail di persone che hanno paura ad ascoltare "No words", poiché come dicono, troppo intenso. Ma io rispondo che oltre al grido disperato dell'umanità travolta dal terremoto nelle Marche, che ho vissuto di persona, questa composizione vuole raccontare anche il calore dell'abbraccio della solidarietà. "Scent of you", è il primo brano di Equilibrium composto dopo la riduzione drastica del mio campo visivo; da qual momento la musica si è fatta più libera, allontanandosi finalmente da qualunque pressione esterna o aspettativa.
Veniamo al concerto che porterà anche a Trento.
Con il pianoforte al centro e le sezioni dell'orchestra d'archi disposte attorno come i petali di un fiore, eseguiremo i brani di Equilibrium più alcune rielaborazioni di miei lavori precedenti. La vera protagonista del concerto sarà l'emozione del pubblico.
Questo 2018 sarà anche l'anno delle elezioni in Italia: lei è ottimista sul futuro del nostro Paese?
Non è possibile che la genialità insita nel nostro Dna resti inascoltata. Sogno che l'Italia torni a far innamorare il mondo di sé, così come è stato per secoli.