Mina, un'aliena che si diverte e azzarda in «Maeba»
Un’aliena che arriva dalla galassia Maeba e cala sulla Terra con la sua collezione variopinta, audace, divertita di canzoni. Così appare Mina nel suo nuovo disco, «Maeba» in uscita oggi, venerdì 23 marzo a quattro anni dal precedente «Selfie». La scaletta è «coraggiosa e da pazza», come dice il figlio e produttore Massimiliano Pani mentre accoglie la stampa negli studi Pdu di Lugano dove la gran parte del disco è stata registrata, a partire dal primo singolo «Volevo scriverti da tanto».
Tra un raro pianoforte custom Steinway di Arturo Benedetti Michelangeli e un organo Hammond d’epoca, Pani presenta la nuova collezione di brani, ricca di giovani firme, di azzardi stilistici e di alcune solide certezze: su tutte, la voce di Mina, elastica e curiosa.
Oltre gli esordienti nel disco non mancano firme eccellenti, addirittura postume come nel caso di Paolo Limiti e Giorgio Calabrese che hanno scritto le parole rispettivamente per la stralunata «Il mio amore disperato» e per la languida «Al di là del fiume». Tra i momenti più memorabili di «Maeba» spicca la canzone scritta da Paolo Conte, che duetta in napoletano con Mina su «A minestrina»: «Una storia d’amore davanti a una minestrina che cuoce: in un mondo dove i settantenni vogliono sembrare trentenni è una bella presa in giro!», commenta Pani.
Sopra un intreccio semplice e geniale di chitarra e contrabbasso il canto a piena voce di Mina si fronteggia con il timbro ruvido del cantautore.
Ma il gioco di voce dell’alieno Mina continua anche senza controcanti, come se l’età non pesasse, proprio all’alba del suo 78esimo compleanno: «Non esercita nè cura la voce, addirittura ha ricominciato a fumare! - dice il figlio - Semplicemente ha uno strumento straordinario, ha l’intelligenza e la visione per usarlo e la fortuna di non averlo consumato in milioni di concerti». Questo le permette di affrontare senza sforzo le acrobazie e i salti d’ottava di «Il tuo arredamento», canzone dalle reminiscenze prog rock e testo surreale che diventerà anche videoclip, in arrivo lunedì 26.
E poi c’è la scelta di registri e stili vocali diversi, dal timbro affilato di «Troppe note» ai toni dolci di «Al di là dal fiume» fino al canto fumoso e sottile delle due uniche cover (se si esclude la ghost track «Another Day of Sun»): «Last Christmas» di George Michael e «Heartbreak Hotel» di Elvis Presley, due incisioni in presa diretta, ballad jazz scarne spinte dalle vibranti linee di basso di Massimo Moriconi.
«Fa cose più coraggiose di tanti ventenni - prosegue Pani - La sua particolarità è aver sempre cercato qualcosa che la portasse da un’altra parte: lei è la prima ad essersi rotta dei pezzi «alla Mina». E il finale del disco alza ulteriormente la posta: da una parte con il divertissement soul di ottoni in «Ci vuole un pò di R’N’R’», firmata da Andrea Mingardi; dall’altra con la chiusa lisergica «Un soffio», scritta da Davide Boosta Dileo con le liriche del paroliere dei Subsonica Luca Ragagnin, traccia eterea, destrutturata e sospesa sopra un esile beat.