Londra celebra Renzo Piano, mentre il cuore è a Genova
La Royal Academy (RA) di Londra celebra Renzo Piano con la più grande mostra mai dedicatagli nella capitale britannica dal 1989 ad oggi. Apre i battenti al pubblico 'Renzo Piano: The Art of Making Buildings', un tributo all'archistar genovese e alla sua arte di costruire in oltre 50 anni di carriera. E la location è d'eccezione: le nuove Gallerie Gabrielle Jungels-Winkler inaugurate quest'anno in occasione del 250mo anniversario del museo.
Del resto Piano, in quanto membro onorario dell'istituzione, è uno dei fiori all'occhiello della RA, oltre ad essere il padre di uno degli edifici simbolo di Londra: lo Shard, la celebre 'Scheggia' di vetro costruita nel 2012 che ha ridisegnato lo skyline della città e che - con i suoi 310 metri di altezza - è tuttora il grattacielo più alto sulle sponde del Tamigi.
Il senatore a vita dovrebbe essere abituato agli onori, eppure oggi all'anteprima stampa ha tradito un po' di emozione: "è commovente", ha commentato. "Ad una certa età è importante guardarsi indietro: c'è un fil rouge che lega ogni fase della vita. Quel filo è un elemento di coerenza", ha aggiunto Piano che in questi giorni compie 81 anni. Un pensiero è andato poi naturalmente alla tragedia del Ponte Morandi nella sua città natale. "Lo scorso 14 agosto, tutto il mondo è rimasto toccato da quanto avvenuto a Genova. Perché un ponte che cade, cade due volte: crolla materialmente creando vittime e disperazione, ma rappresenta anche la caduta di un simbolo. Un simbolo di connessione. Un ponte ha la funzione di 'tenere insieme' fisicamente, simbolicamente e socialmente, e per questo la ricostruzione di quel ponte è fondamentale", ha affermato, ribadendo l'impegno a contribuire alla realizzazione del nuovo ponte in tempi brevi. E la convinzione che alla fine ci sarà l'accordo di tutti, che "Genova la Superba" ce la farà.
La mostra - aperta fino al 20 gennaio - illustra il lavoro di Piano in ordine cronologico, passando in rassegna 16 dei suoi progetti più significativi: dalle sperimentazioni degli esordi con sistemi strutturali innovativi come il Centro George Pompidou di Parigi (1971), a 'work in progress' come l'Academy Museum of Motion Pictures attualmente in costruzione a Los Angeles, passando per edifici culto come lo stesso Shard (2012), l'aeroporto Kansai International di Osaka (1994) e il Whitney Museum of American Art a New York (2015). I progetti sono legati da un denominatore comune: eleganza e una leggerezza che sfida la forza di gravità. Materiali d'archivio rari, modelli, fotografie e disegni svelano la metodologia di lavoro dell'architetto e il suo approccio al design 'pezzo per pezzo', dove ogni dettaglio viene testato con prototipi a grandezza naturale per verificare come appariranno alla vista e al tatto.
Il cuore della retrospettiva? L'installazione sculturale disegnata dal Renzo Piano Building Workshop (RPBW) appositamente per la mostra, che raduna 100 progetti dell'architetto su un'isola immaginaria. La circondano 16 fotografie in bianco e nero scattate da Gianni Berengo Gardin, sullo sfondo di un film sull'architetto diretto da Thomas Riedelsheimer e commissionato ad hoc per l'occasione. Spicca poi la grande 'gerberette' del Bobure, una riproduzione in scala 1:1 delle iconiche membrature metalliche che decorativamente raccordano le travi del Pompidou.
"La dedico a Peter Rice", ha commentato il maestro ricordando l'ingegnere inglese scomparso con cui aveva realizzato, fra i tanti progetti, anche il centro culturale.