I 70 anni di Tex Willer in mostra a Milano
Tex Willer, il fumetto creato da Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio Galeppini, in arte Galep, compie 70 anni
Tex Willer, il fumetto creato da Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio Galeppini, in arte Galep, compie 70 anni.
Per celebrare l’anniversario di uno personaggi dei comics italiani più longevi e famosi nel mondo, dal 2 ottobre al 27 gennaio il Museo della Permanente di Milano ospiterà una mostra dedicata ai 70 anni di Tex ma si parla del progetto di un parco a tema a Montegrotto Terme in provincia di Padova.
Nel frattempo la Sergio Bonelli Editore ha annunciato la pubblicazione di una nuova serie dedicata al personaggio da giovane, prima che diventasse un Ranger.
Secondo quanto raccontato nell’albo «Neuces Valley», Tex sarebbe nato nel 1838. Ha un passato da fuorilegge perchè si è sporcato la fedina penale per vendicare chi gli ha ucciso la famiglia.
Pur essendo nato nel Texas ha combattuto la Guerra Civile nelle truppe del Nord, per la sua incrollabile fede antischiavista.
È il nemico giurato di ogni ingiustizia: fisicamente è un personaggio alla Charlton Heston o John Wayne (anche se si dice che il volto del primo Tex fosse ispirato a Gary Cooper), il suo è il West dei film di John Ford e Howard Hawks, le sue avventure hanno per teatro i canyon dello Utah e del Nevada, la Monument Valley, ma Tex ha viaggiato per tutti gli States, conosce benissimo il Canada e il Messico, è stato a Panama e in Melanesia. Nelle sue storie ci sono le grandi praterie del Mid-West, i deserti del Sud-Ovest, le foreste del Grande Nord, le città dell’Est, le giungle pluviali, le misteriose rovine maya e azteche e ha combattuto per la libertà in Messico.
Dopo aver condotto la vita del cowboy, che in un rodeo ha vinto il suo fedelissimo cavallo Dinamite, diventa un Ranger e dedica la vita alla lotta all’ingiustizia anche a costo di sfidare le regole e le leggi.
Con il nome di Aquila della Notte diventa anche il capo supremo delle tribù Navajo: sposerà proprio una squaw navajo, Lilith, la figlia del capo Freccia Rossa che gli darà il figlio Kit ma morirà di vaiolo, a causa di un’epidemia provocata da un gruppo di fuorilegge sui quali si abbatterà la vendetta di Tex, Accanto a lui ci sono Kit Carson, il leggendario ranger del West, Tiger Jack, guerriero navajo e fratello di sangue del protagonista.
Il suo legame con i nativi americani ha anticipato le tematiche del New Western degli anni ‘70 e il suo antirazzismo è uno degli elementi che gli ha permesso di attraversare i decenni senza perdere il successo.
Sembra sia scampato a più di 300 agguati, ha affrontato decine di duelli e picchiato qualche centinaio di brutti ceffi, è stato ferito molte volte e ha perso un solo duello, ma con un pistolero che usava un trucco.
Ha un fisico eccezionale, la camicia gialla, i jeans, gli stivali lo Stetson (ma spesso indossa anche i costumi Navajo o un giaccone per ripararsi dalla pioggia e dal freddo), due Colt nelle fondine e un fucile. Ha una mira infallibile, uccide solo per legittima difesa, con i pugni è più efficace di un peso massimo, a poker non conosce rivali, è uno scalatore prodigioso, sa sparare mentre cavalca il suo Dinamite.
I suoi nemici sono trafficanti di armi e alcool, banditi, proprietari terrieri senza scrupoli, politicanti corrotti, generali la cui unica missione è sterminare il Popolo delle Praterie, indiani in rivolta. Già gli indiani non sono tutti buoni ma «hanno buone ragioni per non esserlo».
A modo suo è un difensore delle legge: è stato e continua ad essere il protagonista delle vicende del West classico, più John Wayne che il Clint Eastwood dei film di Sergio Leone.
È anche per questo che dopo 70 anni il suo mito non risente dei segni del tempo.