L'onda elettronicdi Apparat il 31 maggio a Trento per Distretto 38
Colpo grosso per la quarta edizione del Festival "Distretto 38", organizzato dal Centro S. Chiara, che cala un autentico asso della musica elettronica come Apparat. Il musicista tedesco sarà in concerto Teatro SanbàPolis di Trento il 31 maggio, alle 21, per presentare i brani del suo ultimo cd "LP5" uscito su etichetta Mute. Un lavoro che per Sascha Ring arriva dopo sei anni dal suo disco precedete. "Krieg Und Frieden (Music For Theatre)", e dai due cd realizzati con il progetto Moderat il trio fondato con Gernot Bronsert e Sebastian Szary. Il cd è stato registrato negli studi berlinesi e mixato dal musicista in collaborazione con Gareth Jones e la partecipazione del violoncellista Phillip Thimm.
Apparat è un artista raffinato ed il suo lavoro ha sempre avuto un denominatore comune: un'eleganza che permea ogni suono e fornisce strati di dettagli sfumati capaci di generare una bellezza fortemente emotiva. Come membro di Moderat, come partner musicale di Ellen Allien (Orchestra of Bubbles) e da solista il musicta teutonico ha sempre cercato di trascendere il dance floor e la sala da concerto allo stesso modo concentrandosi sui dettagli per esaltare il risultato finale con melodie capaci di riecheggiare nella memoria- Recentemente Apparat si è concentrato sul cinema, su progetti tv e produzioni teatrali, ottenendo riconoscimenti e awards per lavori come "Capri - Revolution" diretto nel 2018 dal regista Mario Martone, con il quale ha vinto il Premio per la migliore colonna sonora al Festival del cinema di Venezia, e per "Manufactory", performance frutto della collaborazione con gli artisti visivi Transforma, recentemente eseguita al Barbican di Londra con grande successo.
Grazie ad Apparat, classe 1978, l'elettronica berlinese del terzo millennio, che doveva essere scarna, rigorosa, minimale e quasi ossessiva, ha ritrombato la via della melodia ed dell'armonia tornate a giocare un ruolo importante tanto quanto quello delle architetture ritmiche. Grazie a lui, il dancefloor ha (ri)scoperto un'anima giocando anche sull'espressività unita a dolci e feroci malinconie