Clooney presenta "Catch 22" la mini-serie televisiva Sky "Poi un'altra, sul Watergate"
"Catch-22 in America è considerato un caposaldo della letteratura, quindi con Grant Heslov volevamo proprio farlo, perché c'è tanto materiale. Non solo è una storia sull'assurdità della guerra, ma anche sulla difficoltà di combattere il sistema. La tv permette di raccontare bene i personaggi, magari anche prima di ucciderli brutalmente". Lo ha detto George Clooney a Roma per l'anteprima europea della serie originale Sky Catch - 22, diretta e prodotta dallo stesso premio Oscar che è tra i protagonisti. La miniserie in 6 episodi è in arrivo su Sky Atlantic, in streaming su Now Tv e su Sky On Demand, dal 21/5 (negli Usa sulla piattaforma di streaming Hulu debutta il 17).
Catch - 22 è tratta dall'omonimo romanzo di Joseph Heller, uscito nel 1961 (in Italia con il titolo Comma 22), diventato simbolo dell'antimilitarismo americano e una delle pietre miliari della narrativa contemporanea. Con Clooney anche altri componenti del cast, come Christopher Abbott e Kyle Chandler e il nostro Giancarlo Giannini.
«Sto realizzando a un progetto televisivo in otto parti sul Watergate. Èun tema affascinante ed è un momento decisamente interessante per raccontarlo». Lo dice all’ANSA George Clooney, a Roma per presentare la miniserie che ha diretto, prodotto e interpretato, Catch-22, in prima tv esclusiva dal 21 maggio su Sky Atlantic.
Inoltre, sempre insieme all’amico e coproduttore Grant Heslov «stiamo per iniziare a girare un film in Islanda, abbiamo appena fatto lo scouting per le location, e non vedo l’ora di cominciare». Clooney è interessato a tutte le forme di racconto: «Fino ad alcuni anni fa gli studios investivano anche in film di dimensioni medie - spiega -. Allora era possibile produrre titoli come "Syriana", "Tra le nuvole" o "Michael Clayton", che pur intrattenendo affrontavano temi seri. Ora gli studios non lo fanno più perchè non è vantaggioso economicamente. Se si produce un film da 10 milioni di dollari poi se ne devono investire 40 per venderlo». Perciò «le storie che amo le racconto in forme diverse, non importa attraverso quale mezzo. Quello che voglio è trattare storie che mi coinvolgano. Anche perchè ho fatto anch’io un supereroe e non è andata tanto bene» conclude sorridendo.