"Se son donne fioriranno" in val di Cembra i paesani si fanno compagnia teatrale
Arriva stasera (con replica il 23 agosto), uno dei momenti più attesi del festival Contavalle, in alta val di Cembra. Si alza il sipario sullo spettacolo di teatro popolare, frutto dei laboratori cui la gente dei paesi ha partecipato nel corso dell'inverno e della primavera, come negli anni scorsi, con il coordinamento di Tommaso Pasquini, ricercatore storico e cineasta che si è a lungo occupato anche di emigrazione e immigrazione in questo fazzoletto del Trentino.
La condizione femminile è il filo conduttore, quesdt'anno, del lavoro partecipativo svolto sul filo del rapporto tra memoria e attualità: oggi, domenica, alle 21, nella ormai tradizionale location della piazzetta del Dos di Grumes va in scena “Se son donne fioriranno” (ma per questa terza edizione di Contavalle è prevista anche una replica, il 23 agosto, sempre alle 21.00 presso la piazza della fontana di Grauno).
"Il percorso di narrazione collettiva e teatro partecipato (giunto alla sua quinta edizione) - spiega Pasquini - che coinvolge la cittadinanza dei quattro paesi di Altavalle (Faver, Grauno, Grumes e Valda) in un ciclo di incontri pubblici realizzati durante l'anno, ha scelto quest’anno di raccogliere e raccontare storie di vita al femminile, cercando di restituire al pubblico la complessità, la bellezza ma anche le contraddizioni dell’universo femminile in val di Cembra, ieri e oggi.
L’universo femminile è declinato così nelle tante storie originali raccolte in valle sui cambiamenti di costume e di abitudini delle donne, sulle loro conquiste, i loro sogni, passati, recenti e attuali. Alla base di questo percorso di racconto collettivo la duplice esigenza di riportare l'attenzione della cittadinanza sulla propria storia e di offrire occasioni di incontro per uno scambio attivo di opinioni sui cambiamenti vissuti dal paese. Non a caso il progetto è nato intorno alla chiusura delle scuole elementari del paese di Grumes, proseguendo poi con i temi legati alla fusione amministrativa, quindi alla costruzione di nuove strade, e così via. Dalla storia all'attualità, dal passato al presente.
Per offrire alla società civile occasioni di confronto per discutere attivamente dei problemi e delle necessità riguardanti i piccoli centri di montagna. Il teatro partecipato, con gli strumenti dell'auto-dramma, vuole appunto rappresentare, ed ormai rappresenta effettivamente, questo pretesto. La metodologia partecipativa è la caratteristica precipua del progetto, e recepisce convintamente i principi e le indicazioni della Convenzione di Faro del Consiglio d'Europa sul valore dell'eredità culturale per la società.
E più in particolare un nuovo concetto di “patrimonio culturale”, inteso come “comunità di eredità-patrimonio”: un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale e che desidera, nel quadro di un'azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future".
Il festival proseguirà poi per altri dieci giorni, con varie proposte teatrali e non (anche per il bambini), nel solco di un impegno per valorizzare e animare la vita e la coesione sociale dei pasi di montagna: "Contavalle, se credi che i piccoli paesi contino ancora. Contavalle se è fatto dalla gente del posto per la gente di ogni luogo. Contavalle se fa memoria attiva e se esistono, resistono e ri-esistono paesi e comunità".