La Haydn inaugura stasera la stagione
Con il concerto di oggi, 16 ottobre, all'auditorium del Centro Santa Chiara (ore 20.30) si inaugura la 60ª stagione sinfonica dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, che iniziò le sue pubbliche uscite nel 1960.
L'anniversario sarà annunciato dal progetto Haydn: 60 anni e oltre , che consta di quattro partiture che la Fondazione Haydn ha commissionato a quattro compositori del nostro tempo: Mauro Cardi fornisce una rilettura della Sinfonia 104 di Haydn, Arturo Fuentes contribuisce con "Infinito" (concerto per violoncello, pianoforte e orchestra), Fabio Cifariello Ciardi interpreta le parole attraverso gli strumenti, prendendo spunto da un discorso di Barack Obama, mentre Andrea Mattevi propone "The off-line side", una riflessione su di un'umanità costantemente connessa; i relativi concerti avranno luogo il 13 novembre, il 4 dicembre, il 29 gennaio 2020 e il 22 aprile.
Per il concerto di domani salirà sul podio Arvo Volmer , direttore principale dell'orchestra al suo sesto anno di mandato; quale solista al violoncello si ascolterà Alexey Stadler , in programma vi sono il Concerto per violoncello e orchestra n. 2 op. 104 di Antonin Dvorák e la Sinfonia n. 2 op. 73 di Johannes Brahms. Se la composizione dei suoi precedenti lavori sinfonici era stata tormentata, piena di dubbi e di ripensamenti (fu infatti caratterizzata da periodi lunghissimi di gestazione), Brahms scrisse la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell'estate del 1877, durante le vacanze trascorse a Pörtschach in Carinzia, un intervallo particolarmente felice nella biografia del compositore.
La partitura fu terminata lo stesso anno a Lichtental (presso Baden-Baden), dove Brahms si era recato per il compleanno di Clara Schumann. Ultimato tra il 1894 e il 1895, al termine del secondo soggiorno dell'autore negli Stati Uniti, il secondo concerto per violoncello e orchestra fu eseguito per la prima volta l'anno successivo a Londra, con la direzione dello stesso Dvorák. La parte solistica fu interpretata da Leo Stern e non da Hanus Wihan, strumentista del Quartetto Boemo e amico di Dvorák, il dedicatario della partitura. Wihan, che includeva regolarmente le partiture di Dvorák nei programmi delle sue tournée in patria e all'estero, aveva proposto una revisione del Secondo concerto con l'inclusione di una cadenza virtuosistica nel terzo movimento, sulla quale l'autore non era d'accordo.
L'impostazione di fondo ricorda quella di una sinfonia con violoncello obbligato piuttosto che quella di un concerto tradizionale; il movimento più ispirato è quello centrale, un tema del quale si riconosce nell'ultimo tempo, secondo il procedimento ciclico della sinfonia "Dal Nuovo Mondo".