Torna Cetto Laqualunque ma adesso è un sovranista: il nuovo film di Albanese
Con «Cetto c’è senzadubbiamente», in sala dal 21 novembre in oltre 500 copie, la maschera politico-cialtrona creata da Antonio Albanese torna per la terza volta (dopo «Qualunquemente» e «Tutto tutto niente niente») scegliendo la forma politica più estrema: l’essere sovrano.
Ma va detto, spiega oggi l’attore a Roma, che la realtà ormai supera tutto: «Siamo stati scavalcati dalla famiglia reale - dice facendo riferimento allo spot di Emanuele Filiberto di Savoia per la serie Netflix, The Crown - . Non so davvero cosa dire di questa cosa senza troppa dignità se non che supera di molto la mia stessa comicità espressionista».
Ignorante, cafone, maschilista, truffaldino, senza alcun senso dello stato, Cetto La Qualunque torna così, dopo sette anni passati in Germania, decidendo di andare oltre ogni mediazione politica tradizionale proponendosi direttamente come re. E questo anche grazie a una rivelazione, quella che vuole sia figlio illegittimo di un principe locale e quindi del tutto legittimato a fregiarsi del titolo di Re delle due Calabrie. Non manca, a questo proposito nel film anche un vero e proprio referendum: monarchia/repubblica.
Per la sceneggiatura, il comico si è fatto affiancare da Piero Guerrera, noto autore televisivo con cui ha scritto i primi due film, mentre alla regia c’è Giulio Manfredonia.
Riferimenti a Matteo Salvini, sovranista per eccellenza? «Non guardo certo a una sola persona - dice Albanese- . Faccio un esempio: in Svezia il primo partito è di ultra destra. È vero però che la parola sovranismo sottintende un sovrano e questo mi spaventa un pò anche per il futuro dei miei figli».
Mentre a domanda diretta, se il film rischia di rendere ancora più popolare Salvini, Albanese replica secco: «Spero proprio di no». «Fare un personaggio come Cetto che è, allo stesso tempo, volgare, amorale e maschilista - dice -, mi fa vergognare come una bestia quando ci penso e a volte questo mi provoca il torcicollo, un modo per non guardare. E pensare che l’idea di Cetto mi è venuta quando ho visto un giorno un candidato mostrare la foto della moglie del suo concorrente dicendo che era una puttana e dunque il marito un cornuto invotabile».
E che ci sia qualcosa che non va in questa politica, Albanese lo spiega così: «Ci sono ministri della paura. Il 2016, ad esempio, è stato l’anno con il più basso numero omicidi. Ma questa cosa non viene fatta percepire. Si preferisce manovrare il popolo, e questo è da vigliacchi».
Candidarsi in politica? «Non me lo ha chiesto nessuno».
La maschera di Cetto La Qualunque, conclude il regista, «funziona ancora ed era poi giusto raccontare dove si era arrivati in politica».
Nel cast del film anche: Nicola Rignanese, Caterina Shulha e Gianfelice Imparato.