La guerra del capitano Zandonati: al Castello di Rovereto in mostra le foto della campagna di Grecia
Inaugurata al Castello di Rovereto la mostra «Graecia capta. Diario fotografico del capitano di artiglieria Giuliano Zandonati 1941-1943», che il Museo della Guerra ha voluto dedicare al militare di Rovereto nell’ambito del ciclo di mostre fotografiche intitolato «Italiani in guerra. Album fotografici dall’Europa orientale e meridionale (1940-1943)», a ottant’anni dallo scoppio della seconda guerra mondiale.
Si tratta di una carrellata di fotografie, messe a disposizione dal figlio Antonio, abbinata a materiali originali d’epoca recuperati nell’enorme archivio e magazzino di cui dispone il Museo.
Gli scatti di Zandonati (1900-1985) - sottolinea Francesco Frizzera - ci offrono un’immagine della guerra filtrata attraverso uno impregnato di cultura classica e volto a documentare i luoghi attraversati e le scene di vita quotidiana.
La qualità degli scatti e la prospettiva privilegiata dell’osservatore permettono inoltre di registrare in queste fotografie gli effetti delle politiche d’occupazione italiana in Grecia sulla popolazione civile.
I suoi scatti ci restituiscono un ostile scenario di alta montagna, nel quale le operazioni militari furono rese difficili dal rigore del clima e da pessime condizioni atmosferiche, nonché da enormi difficoltà di comunicazione e rifornimento delle truppe.
La qualità degli scatti e la prospettiva privilegiata dell’osservatore permettono inoltre di registrare in queste fotografie gli effetti delle politiche d’occupazione sulla popolazione civile. Nei suoi numerosi trasferimenti Zandonati porta con sé l’inseparabile macchina fotografica Zeiss e la guida rossa della Grecia della Consociazione Turistica Italiana.
I due anni e mezzo trascorsi in Grecia costituiscono per lui un’importante esperienza sul piano militare e umano ma anche l’occasione per andare alle origini della cultura classica di cui era imbevuto. Numerosi sono gli scatti in cui lo troviamo in posa davanti ad importanti monumenti antichi, teatri, luoghi simbolici della mitologia greca.
Volontario nell’Esercito italiano nella I Guerra mondiale, attivo nel primo dopoguerra nei circoli artistici d’avanguardia a Torino e come giornalista, Giuliano Zandonati alla metà degli anni ’20 rientra a Rovereto, viene nominato vicedirettore del giornale “Il Brennero” e, negli anni ’30, vicedirettore della Confederazione fascista degli Agricoltori a Trento.
Richiamato alle armi, partecipa alla breve campagna contro la Francia in qualità di capitano d’artiglieria della divisione Acqui.
Trasferito in seguito al 9° Reggimento artiglieria della Divisione Brennero parte per il fronte greco-albanese nel marzo 1941 e partecipa alle ultime fasi della campagna di Grecia, ma evita le fasi più drammatiche del conflitto.
La campagna di Grecia, lanciata da Mussolini il 28 ottobre 1940 per riequilibrare i rapporti politici con l’alleato tedesco e riaffermare il concetto di “guerra parallela”, si chiuderà infatti da lì a poco, il 23 aprile 1941, solo grazie all’intervento militare tedesco.
Nel piano di occupazione della Grecia, la Divisione Brennero viene destinata a presidiare Atene. Tra la primavera del 1941 e l’estate del 1943 è Zandonati è impegnato con le sue sezioni di artiglieria in azioni contro eventuali incursioni aeree o sbarchi da parte delle truppe britanniche.
Le fotografie sono state messe a disposizione dal figlio Antonio, che ha curato il volume “Graecia capta. Diario fotografico del capitano di artiglieria Giuliano Zandonati. 1941-1943”, pubblicato dal Museo della Guerra e disponibile presso il bookshop del Museo.
La mostra è visitabile fino al 23 febbraio, dal martedì alla domenica con orario 10-18.