Amadeus, accuse di sessismo lui prova a difendersi, ma poi conclude «Me ne frego»
Il Festival di Sanremo è alle porte, ma ogni ora che passa mette sulla graticola il direttore artistico Amadeus. Colpa di quelle sue gaffe alla presentazione, dove ha detto di aver scelto la fidanzata di Valentino Rossi perché «bellissima» e perché «sa stare sempre un passo indietro» rispetto al suo uomo famoso. Frasi che hanno scatenato le critiche delle femministe, ma anche tantissime battute satiriche sui social media. Ed una petizione su Change.org per rimuoverlo.
Lui prova a difendersi. «Sono la persona meno sessista sulla faccia della terra. Adoro le donne, sono innamorato da 18 anni della stessa persona, ho una madre che adoro, una figlia di cui sono orgoglioso: nessuno può dire niente sul mio conto».
Amadeus torna a parlare, durante gli ascolti riservati agli addetti ai lavori dei brani di Sanremo, delle polemiche che lo hanno travolto, dopo le frasi sulle donne che lo accompagneranno sul palco dell’Ariston ritenute sessiste, e la petizione di Change.org che chiede la rimozione dal suo ruolo.
«Si parlerà molto di donne - aggiunge il conduttore e direttore artistico - e lo farò a prescindere da quello che sta succedendo. Se poi mi si vuol far passare per quello che non sono, io non lo accetto».
E a chi gli chiede se alla luce di tutte le polemiche, si è pentito di aver accettato di fare Sanremo, risponde: «È come essere un calciatore alla finale dei mondali, nonostante tutti gli occhi puntati addosso, sono felice di essere qui. Questo è Sanremo, è un momento meraviglioso e voglio godermelo. Quello che faccio, lo faccio con gioia e onestà e per il bene di questo festival».
Rivendica anche la scelta delle 24 canzoni in gara, comprese quelle che potrebbero alimentare ulteriori polemiche (come quella di Junior Cally che fa rifermento a Matteo Salvini e a Matteo Renzi): «Non sarebbe stato corretto nei confronti di me stesso scansare le polemiche a ogni costo. Se inciampo ai “Soliti ignoti”, non frega niente a nessuno, se succede a Sanremo ci sono i titoloni sui giornali. Ma come dice Achille Lauro, me ne frego».
Ed anche su questa ultima frase, direttamente dal repertorio del Duce e del fascismo, è già divampata un’altra polemica.