Vittorio Sgarbi al Mart: tanti annunci, poco arrosto e Rovereto si preoccupa
La luna di miele del Trentino con Sgarbi è finita? Dipende. Da un lato il superpresidente del Mart, a distanza di un anno dal suo ingresso in corso Bettini, gode dell’appoggio incondizionato di Fugatti e Bisesti, che del resto altro non possono fare, avendolo scelto loro. Dall’altro lato però le voci perplesse, preoccupate o critiche sono sempre più numerose e forti. Soprattutto a Rovereto, dove un Mart capace di attrarre frotte di turisti-visitatori è condizione necessaria di quell’economia turistica che riempie i discorsi di candidati sindaco e i sogni di commercianti e albergatori, ma che finora non si è vista. E così, nel momento in cui Sgarbi è più forte che mai dentro la struttura (Maraniello dimissionario e nessun nuovo direttore in vista, il fidato Panizza al suo fianco, un cda cui non fa toccare palla) all’esterno si ritrova debole, come mai lo era stato dal suo arrivo trionfale sotto la cupola di Botta.
Un paradosso che si è concretizzato per la prima volta il 12 febbraio scorso, quando all’indomani dell’annuncio sull’Adige della prossima mostra di Chagall, lanciata per luglio, l’Unione Commercio e Turismo ha mandato una pec al Mart «per chiedere a Sgarbi - dichiara il presidente Marco Fontanari - di avere un incontro per mettere in chiaro qual è la programmazione del Mart per i prossimi mesi ed anni, con date e nomi certi, definitivi. Al fine di creare una fattiva collaborazione. Siamo fortemente preoccupati per i continui annunci di esposizioni importanti cui però non seguono date. Poi sentiamo di queste nuove mostre spettacolari, di Banksy e Klimt, da fare però al Palazzo delle Albere. Ma perché? Rischiamo che Rovereto resti di nuovo al palo».
Steremo a vedere. Fatto sta che nel weekend Sgarbi e Giulio Prosser, presidente dell’Apt, saranno a Firenze per partecipare a “TourismA 2020. Salone archeologia e turismo culturale” dove presenteranno, fanno sapere dalla Provincia, «i progetti di sviluppo territoriale recentemente avviati». Sarà quella l’occasione per conoscere le date di Chagall, Caravaggio, Banksy e Klimt? C’è chi lo spera.
«Siamo fiduciosi ed emozionati per l’arrivo di queste importanti mostre - taglia corto Prosser - e non vediamo l’ora di avere tutte le informazioni definite per mettere in campo la promozione appropriata di eventi così prestigiosi».
Ma l’entusiasmo di Prosser non è granché diffuso in città, dove ci si domanda anche chi potrà mai, nel caso, far presente a Sgarbi che Rovereto e il Trentino (che nel Mart investe circa 10 milioni all’anno) si aspettano risultati. «Qual è l’eventuale potere di intervento del Comune? - chiede in una domanda di attualità al sindaco Valduga il consigliere civico Francesco Romano - Si chiede anche di sollecitare il rappresentante del Comune nel cda del Mart (Dalia Macii, ndr) affinché i roveretani possano avere chiarezza su tempi e date».
Saltando da palazzo Podestà a Piazza Dante, la dinamica è la stessa: qui è il consigliere del Pd Luca Zeni ad interrogare la presidenza del Consiglio provinciale: «È ormai trascorso un anno da quando la giunta provinciale ha insediato alla guida del Muse Stefano Zecchi e a quella del Mart Vittorio Sgarbi e francamente non sembra che gli esiti siano, almeno fino ad oggi, all’altezza delle promesse mirabolanti più volte ribadite». Nella sua disamina Zeni parla di un Mart che «sta perdendo i pezzi e non sembra voglia trovare la figura di un nuovo direttore; a ciò si aggiungano i non entusiasmanti risultati espositivi fin qui ottenuti a Rovereto ed il discutibile esito della mostra delle opere della “Fondazione Cavallini – Sgarbi” a Castel Caldes, costata a quanto risulta oltre 100mila euro e le dimissioni dal Comitato scientifico della sua anima più autentica, la dottoressa Belli, unitamente agli altri membri. Anche misurando con il più benevolo dei metri l’agire di quest’anno sembra difficile riconoscere quei tratti salienti di rilancio concreto che parevano essere alla base della scelta di una figura come quella del professor Sgarbi».
E l’assessore provinciale che dice? Direzione del Mart, l’assessore Mirko Bisesti smorza le polemiche sulla successione di Gianfranco Maraniello scoppiate dopo le ultime affermazioni di Vittorio Sgarbi. «L’ipotesi di una nomina politica - ha dichiarato il presidente del museo roveretano - sarebbe gravissima. Meglio una soluzione interna». E ha aggiunto: «Ci saranno dei cambi al vertice del Mart, ma voglio totale continuità amministrativa. Chiederò a Fugatti di mantenere come direttore ad interim il dirigente amministrativo Diego Ferretti».
A margine della giunta di ieri a Cembra, Bisesti è tornato sull’argomento: «Sgarbi ha espresso a modo suo alcune idee sul futuro dirigenziale del Mart. Con il presidente c’è un confronto quotidiano e posso rassicurarvi sul fatto che non ci sono problemi con lui e che troveremo insieme le soluzioni migliori». L’esponente leghista va oltre: «Gli investimenti per effettuare i lavori di collegamento con i giardini retrostanti l’edificio del Mart e per la sua manutenzione straordinaria sono tutte cose concordate anche con Sgarbi». Ad un anno dalla nomina del critico d’arte alla presidenza del museo di arte moderna contemporanea, Bisesti fa un primo bilancio dell’era Sgarbi in Trentino: «Sono soddisfatto sia di lui che di Stefano Zecchi (Muse, ndr). Stanno dando ai due poli museali una visibilità notevolmente superiore al passato. Le mostre e le iniziative che ci saranno al Mart e al Muse nelle prossime settimane vi stupiranno. Sono il frutto di un grande lavoro di squadra e di competenza».