"Dna", Anna Foglietta si fa in tre
Anna Foglietta, versatile e trasformista, riesce a conferire ai personaggi che interpreta una carica umana che la fa apprezzare sempre di più dal pubblico e dalla critica. «Amo le sfide», dice e nel primo film da registi di Lillo & Greg D. N. A. - Decisamente non adatti - come avevamo anticipato visibile sulle piattaforme on demand dal 30 aprile - si fa in tre:
«Recito tre donne diverse: una trans, che non avevo mai fatto, che è la più complice, la più disponibile a dare consigli, la parte più emotiva delle tre. Poi, sono Elena, una libraia all’apparenza romantica, in realtà una schizofrenica, dissociata che vive pensando di essere la protagonista dei romanzi che legge; infine c’è Renata, una casalinga di Roma Nord, agiata e annoiata che prova una disistima fastidiosa nei confronti del marito (Greg) che detesta con tutte le sue forze. Ma diventa un’altra persona quando vede che il consorte si trasforma in un macho e lei diventa una ?gattona?. Nascono così delle gag esilaranti».
Ma Lillo & Greg sono stati decisamente adatti dietro la macchina da presa?
«Sì. Avevano già diretto i loro spettacoli teatrali per tanti anni e sono bravi. Poi, hanno una cultura tale che li rende abili anche da un punto di vista tecnico. Mi sono divertita».
Passiamo al suo privato: come spiega ai suoi tre bambini che devono rimanere in casa perché non si può uscire?
«Loro capiscono e hanno una grande capacità di adattamento. Siamo mio marito ed io che ormai abbiamo esaurito tutte le energie: con la didattica on line, farli dipingere, farli cucinare, farli divertire, dopo due mesi siamo stanchi. Però, non possiamo lamentarci perché non abbiamo problemi di salute».
Lei recita, canta, conduce, balla: cosa le dà il suo mestiere?
«E’ la mia vita. E’ la grande possibilità di scandagliare l’animo umano. Adesso che purtroppo sono ferma mi rendo conto ancora di più di quanto lo ami, non posso farne a meno. E’ difficile da spiegare ma quando lavoro sono felice. Non nego di avere uno spiccato senso materno e di adorare la mia famiglia, però, mi rendo conto che sono una donna più completa quando esercito la mia professione. Le ispirazioni mi vengono osservando il mondo che gira e non stando rinchiusa dentro casa».
Come attrice quando ha capito di “avercela fatta”?
«Non ho mai detto questa frase. C’è Rocco Papaleo, che è un mio caro amico, che mi dice sempre se ho capito di avercela fatta e rispondo di no. Posso dire che ora appartengo al mondo del teatro, del cinema e posso fare delle scelte, rifiutare o accettare una parte, proporre delle cose. Mi rendo conto che qualcosa nel mio lavoro è cambiato ma vivo nell’incertezza che mi dà quel senso di pericolo che fa parte del mio mestiere».
Lei è attiva anche nel sociale. In questo momento sta sostenendo l’associazione italiana “Il banco alimentare”.
«Abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi “Alimentiamo speranze”, che si occupa di dare un sostegno concreto a chi si trova in difficoltà causa Covid19. Sono un milione i minori nel nostro Paese che oggi vivono in condizioni di povertà estrema, questo dato purtroppo è destinato ad aumentare. Noi vogliamo aiutare le famiglie con minori che non riescono più a sfamarli, impegnandoci a garantire almeno un pasto caldo al giorno».