La mostra con il Caravaggio già slittata a settembre (e a Siracusa petizione contro)
Più che la preparazione di una mostra è un percorso ad ostacoli. Tra problemi reali o presunti, ogni giorno c’è un salto da fare: l’arrivo al Mart del «Seppellimento di Santa Lucia», opera del Caravaggio che il presidente Vittorio Sgarbi ha promesso di portare a Rovereto, è ora diventato un caso politico. Due i fronti, uno locale l’altro nazionale.
Il tema è sempre quello: per la grande mostra di settembre Sgarbi ha assicurato che riuscirà a portare al Mart la pala del Caravaggio «Seppellimento di Santa Lucia», ora a Siracusa. Dopo il primo annuncio hanno alzato la voce in Comune a Siracusa, dove pur senza averne titolo sembravano pronti a mettersi di traverso per bloccare il prestito. Alla fine sembrava ci si fosse accordati. Era notizia della settimana scorsa che Sgarbi aveva convinto gli amministratori siculi: in cambio del temporaneo trasferimento della grande pala, il Mart avrebbe non solo pagato il restauro (da fare però a Siracusa) ma avrebbe anche concesso in prestito alcune opere pregiate di sua proprietà. E così erano state messe a tacere le voci critiche in seno all’amministrazione comunale di Siracusa.
Fatta? Non proprio. Nemmeno si è potuto rilassarsi, al Mart, per il nuovo accordo, che già è spuntato un nuovo ostacolo. Circa 350 intellettuali italiani hanno firmato una petizione, per chiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini e al ministro degli Interni Luciana Lamorgese, di bloccare qualsiasi trasferimento dell’opera da Siracusa. Il viaggio, osservano, metterebbe a rischio l’opera, una tela di oltre 12 metri quadrati, che dovrà viaggiare in casse decisamente più piccole, e dovrà essere sottoposta a vibrazioni e cambiamenti di temperatura. «A prescindere dal fatto che l’opera verrebbe ostentata in un contesto espositivo che nulla ha da spartire con il Seicento, non si comprende perché con tanti dipinti del Merisi di minori dimensioni, collocati in sedi più vicine, si debba scegliere una tela monumentale, fragilissima, ubicata a 1.500 chilometri di distanza». E ancora: «Il rischio è alto e la Sicilia non può permettersi di perdere un capolavoro del Caravaggio». Insomma, ora del caso rischia di occuparsi pure il Governo. E questo è il fronte nazionale.
Su quello locale a riportare la vicenda in consiglio provinciale è stato il consigliere Pd Luca Zeni, che all’assessore alla Cultura Mirko Bisesti ha chiesto a che punto è l’organizzazione della mostra in questione e se non si ritenga inopportuna l’iniziativa, che sarà anche piuttosto onerosa per il museo roveretano, posto che si è accollato i costi del restauro del dipinto di Caravaggio. L’assessore ha risposto rassicurando sul fatto che i piani non sono cambiati. Ma non ha dato indicazioni precise: «La realizzazione della mostra inizialmente programmata per questo mese è stata posticipata a fine settembre - ha risposto l’assessore Bisesti - Gli aspetti contrattuali sono in via di definizione, mentre eventuali oneri saranno sostenuti dal Mart, anche se ad oggi non sono stati sostenuti i costi».