I giovani raccontano la quarantena con cinque mostre a Trento
Otium è un progetto che nasce nel 2019 dall'incontro fra gli studenti e alcuni enti, primo fra tutti il Muse in collaborazione con Comune di Trento, Forum per la pace, Udu, licei Da Vinci e Galilei.
Già lo scorso anno ragazzi e enti si erano impegnati a organizzare una serie di eventi e concerti ma quest'anno, si è dovuto cambiare modalità e le idee non sono certo mancate. Già a giugno la programmazione era stata spostata online, utilizzando le dirette YouTube per trasmettere conferenze su vari temi.
Venerdì 10 luglio il concerto di Generic Animal al parco del Muse ha segnato l'inaugurazione della mostra "Venti di cambiamento, i teens al tempo del covid": per un mese sparsi per la città si potranno ammirare 5 pannelli pensati e creati dai ragazzi per raccontare esperienze, storie ed emozioni vissute negli scorsi mesi di quarantena. Francesco, Chiara, Bianca e Alessia, studenti del Da vinci e del Galilei, spiegano che le storie sono varie: "Otium2019VSotium2020" ad esempio è incentrata sulle differenze fra l'evento dello scorso anno e questo, a fare da cornice alcune foto. "Passatempi virali" è dedicato ai passatempi della quarantena, a quel tempo ritrovato e più libero ma contemporaneamente sprovvisto di attività come lo sport e l'incontro.
L'idea nasce dagli studenti ed è per loro un modo per riuscire a creare ponti e unione fra i ragazzi delle scuole, al progetto e alla mostra hanno infatti preso parte diversi istituti, fra cui il iiceo linguistico Scholl, il classico Prati, l'istituto tecnico Tambosi, il Don Milani di Rovereto e le Canossiane. Vicino ad ogni pannello il titolo, una descrizione che ci guiderà alla scoperta dei mesi scorsi attraverso i loro occhi e poi un hashtag: non dimentichiamoci di scattarci un selfie e utilizzarlo per la condivisione sui social network. Sulla pagina Instagram "Otium 2020", i ragazzi hanno dato vita a varie inziative come chiedere la condivisione di dipinti fatti durante i mesi a casa, o la creazione di contenuti fra cui alcuni video di racconto sulla vicenda di George Floyd o quelli che invece parlano di donne che hanno ispirato grandi cambiamenti.
Otium suscita grande soddifazione non solo negli studenti ma anche in chi li finanzia e supporta nell'organizzazione. Samuela Caliari, responsabile area programmi del Muse dice che l'obiettivo principale del progetto è lasciare che i giovani si approprino delle istituzioni culturali e pubbliche: «Sono i ragazzi che ci salveranno. Giovani e gli adulti devono lavorare insieme. Lo possono fare bene, insieme sono una vera potenza». Un entusiasmo che ha sicuramente incontrato qualche piccola difficoltà inziale, perché non è stato immediato trovare un linguaggio comune con i ragazzi e capire il loro mondo. Samuela Caliari però non ha dubbi: «Il cambio generazionale è veloce e riacquistare un dialogo è difficile, ma insieme siamo più forti!», con lei per il Muse a supporto dei ragazzi Katia Franzoso. Anche Daniela Pederzolli delle politiche giovanili conferma la splendida sinergia di questo incontro e sottolinea che gli enti promotori del progetto fungono essenzialmente da finanziatori, mentre la creatività, le idee e le intuizioni sono tutte degli studenti.
Non ci resta che vedere con i nostri occhi queste cinque creazioni, che si possono trovare al parco del Muse, in piazza Donne lavoratrici, in piazza Fiera nella zona degli Artigianelli, nei pressi delle Canossiane a piazza Venezia e nel cortile di palazzo Thun. Inoltre se passate per via Belenzani ricordatevi di alzare gli occhi al cielo per ammirare anche le dieci bandiere dedicate ai temi della mostra. Ovviamente è obbligatorio il selfie da condividere sui social, idea cui gli studenti tengono molto anche se ci confessano che inzialmente non li entusiasmava particolarmente. Selfie? Per loro roba da vecchi! Con questa premessa provare ad entrare nel loro mondo attraverso i pannelli che hanno creato sarà sicuramente interessante.