«Non c'è estate senza i Nomadi» Beppe Carletti, presenta il live del 5 settembre alle Lochere
I Nomadi tornano a respirare l'aria del Trentino e insieme l'abbraccio, sempre speciale, dei loro affezionatissimi fan presenti nella nostra terra. L'appuntamento è quello del 5 settembre nel nuovo spazio dell'Arena Drive In alle Lochere di Caldonazzo con la storica band emiliana che proporrà lo spettacolo live pensato per questa estate così particolare (inizio ore 21; circa 200 i biglietti ancora disponibili).
Ne abbiamo parlato con Beppe Carletti , anima storica dei Nomadi, che oltre le sette note di recente si è anche calato nei panni, per lui inediti, di attore.
Carletti, potremmo iniziare dicendo che non ci può essere un' estate trentina senza i Nomadi.
«Per noi tornare a suonare in Trentino è importante perché per noi la vostra terra è una sorta di seconda casa. Sappiamo, fin dal 1965 da ragazzi con i nostri concerti in Valsugana, di essere entrati nei cuori di molti. Un affetto capace di creare un rapporto speciale e tante amicizie che ancora coltiviamo».
C'è stato un momento in cui temeva che non ci sarebbero stati magari ancora per mesi vostri concerti?
«No. Io sono sempre stato fiducioso anche nei momenti più bui e difficili. Ho sempre creduto che avremmo ricominciato, che saremo tornati su un palco e ho sempre fatto in modo di trasmettere un messaggio positivo. Non solo i Nomadi ma tutto il mondo della musica aveva un estremo bisogno di ripartire. Oltre ad un supporto economico, per molti importantissimo, era comunque necessario permettere agli artisti di tornare ad esibirsi con tutte le ricadute sulle migliaia di persone che lavorano nel settore. La mia preoccupazione riguarda l'autunno e l'inverno per i teatri e le location al chiuso ma intanto ci godiamo questa dimensione open air sperando che la situazione sanitaria possa migliorare».
Un'estate comunque inedita: che Italia state incontrando in questo tour?
«A costo di essere banali dico che c'è una grande voglia di normalità, di desiderio di vivere e di divertirsi. Voglia di assistere ad un concerto, di cantare... in attesa di potersi abbracciare. La mia speranza è che si esca da questa emergenza un pochino migliori e che non prevalga piuttosto la parte egoista ed individualista che alberga in tutti noi».
Che live avete messo in piedi?
«Sarà un concerto in cui raccontiamo la nostra lunga storia dai primi anni fino a questo terzo millennio. Abbiamo un repertorio che spaventerebbe chiunque, costruito in cinquant'anni e passa di musica partendo dal 1963. Mi piace ricordare che proprio alle Lochere il 13 maggio del 1993 abbiamo tenuto il nostro primo spettacolo dopo la scomparsa di Augusto Daolio: era stata una notte speciale per me che porto sempre nel cuore».
Il momento più emozionante di questa ripartenza se pensa al rapporto con i vostri fan?
«Il primo concerto dopo il lockdown è stato toccante sia per noi sul palco sia per le persone che sono venute ad ascoltarci. È il loro entusiasmo ed affetto, che abbiamo ritrovato ovunque in Italia quest'estate, a darci sempre la carica per proseguire il nostro cammino».
Intanto lei appare come attore nel cortometraggio "Gocce di luce" di Silvia Monga ambientato nei giorni del lockdown che sarà proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia.
«Attore mi pare davvero una parola grossa - (Carletti sorride all'idea) - perché il mio è solo un piccolo cameo nei panni di un insegnante di pianoforte. Tutto è partito dalla richiesta della regista di scrivere la colonna sonora del cortometraggio, in fase di montaggio e che verrà presentato a Venezia nel 2021. Poi mi sono ritrovato davanti alla cinepresa... è stato comunque divertente».