Vaia nelle foto di D'Amadio: mostra visitabile a Cavalese
La devastazione e la speranza. Il prima e il dopo narrato in immagini che rievocano i sentimenti e le emozioni, tuttora vive, suscitate dalla tempesta Vaia dell'ottobre 2018. Sono 59 le fotografie che compongono «I giorni dopo Vaia attraverso le fotografie dei Vicini di Fiemme», una serie di scatti di fotoamatori locali che hanno dato vita ad una mostra inaugurata lo scorso luglio e tutt'ora visitabile al piano terra del Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, a Cavalese.
Anche se il Palazzo è chiuso al pubblico fino al 4 dicembre, è infatti prevista la possibilità di visita per gruppi composti da 10 persone prenotando allo 0462340812 (info palazzo@mcfiemme.eu), poi le attività museali riprenderanno con l'inizio della stagione invernale e la mostra rimarrà esposta fino al 5 aprile 2021 con l'aggiunta di una nuova sezione realizzata dal fotografo romano Stefano D'Amadio , autore di reportage dedicati a Vaia apparsi su L'Espresso e Left che nella sua carriera annovera importanti collaborazioni con registi italiani. L'allestimento, intitolato «Vaia, la lunga notte. Fotografie di Stefano d'Amadio», a cura di Roberta Levi , è inoltre arricchito da un video riportante interviste ai residenti del territorio, tra i quali l'ex scario Giacomo Boninsegna , lo storico Italo Giordani , il cacciatore Federico Defrancesco , il casaro Alberto Vaia.
I «vicini» - gli abitanti degli 11 Comuni che storicamente appartengono alla Magnifica Comunità (Trodena, Castello-Molina di Fiemme, Carano, Daiano, Varena, Cavalese, Tesero, Panchià, Ziano, Predazzo e Moena) - sono stati coinvolti dal museo-pinacoteca in qualità di testimoni diretti «del prima, durante e dopo Vaia», e l'esposizione, a cura di Alice Zottele, Roberto Daprà e Tommaso Dossi , offre suggestive inquadrature delle emergenze iniziali e della profonda ferita che la tempesta ha causato al patrimonio boschivo. La mostra è corredata di pannelli didascalici, realizzati con il contributo scientifico dell'Ufficio tecnico forestale della Magnifica e della ditta Ciresa di Tesero, che illustrano i danni e le azioni di ripristino del territorio, oltre a offrire un approfondimento sul recupero del prezioso legno di risonanza. «I testi che arricchiscono la mostra non riportano emozioni o impressioni personali - spiega Zottele - L'intento è quello di ripercorrere i giorni successivi alla tempesta con precise informazioni redatte insieme all'Ufficio forestale. C'è poi una sezione dove abbiamo esposto le immagini più coinvolgenti ed emotivamente toccanti».
Tre video completano il racconto per immagini: «La primavera della foresta» di Andrea Selva , documenta la procedura di coltivazione di 400 mila nuovi alberi, abeti rossi e larici, che stanno crescendo nel vivaio storico di Solaiolo, indispensabile per la "ricostruzione" dei boschi danneggiati, come spiegano nel "mini-documentario" il tecnico forestale Ilario Cavada e la vivaista Elisabetta Zanetti .
Ci sono poi «The change is here», documentario realizzato dalla classe III della Scuola del legno di Tesero Enaip e il trailer de «Il bosco cresce in silenzio e a ritmo della musica» del regista Stefano Volcan , tra i cortometraggi selezionati dal Trento Film Festival 2020, testimoniano invece l'impegno delle nuove generazioni nel sensibilizzare alla tutela di foreste e ambiente.
L'iniziativa culturale promossa dalla Magnifica permette così di riscoprire e guardare con occhi nuovi i boschi, tenendo presente che hanno funzioni protettive, ecologiche, economiche e culturali e, in un articolo apparso su la Repubblica il 15 ottobre, Marco Angelillo racconta come stanno i boschi della val di Fiemme due anni dopo la tempesta, tra le aree più colpite ma riconosciuta come una delle eccellenze europee nella gestione delle foreste e del lavoro di ripristino in corso.
La pagina Facebook Magnifica Foresta, curata dall'Ufficio Tecnico Forestale, riporta notizie riguardanti il post-Vaia costantemente aggiornate e alla mostra e al legame antico e indissolubile fra la Magnifica e il suo Legno pregiato è dedicato il docu-speciale realizzato da Gabriele Buselli in settembre.