"Gli orologi del diavolo" da domani la fiction Rai con Beppe Fiorello
Quando si dice che a volte la realtà può superare la fantasia. "Il personaggio che interpreto, Marco Merani, un motorista nautico che si ritrova a essere il primo infiltrato civile tra i narcotrafficanti, è ispirato alla storia vera di Gianfranco Franciosi una scelta di grande coraggio civico". Giuseppe Fiorello, uno dei volti più amati dal pubblico della fiction, torna dopo oltre un anno ("ero impegnato nelle riprese di questa serie ma anche di un film e del mio show che andrà in onda a gennaio) su Rai1 con 'Gli Orologi del Diavolo', con un ruolo intenso dal 2 novembre per quattro lunedì per un totale di 8 puntate. Su racconta all'ANSA alla vigilia della messa in onda.
"Non aspettatevi la solita fiction, questa storia non ha nulla da invidiare a quelle americane o britanniche tanto osannate dalla critica: le scene sono mozzafiato, è adrenalina pura, i colpi di scena si sprecano" dice. La serie è stata girata tra l'Italia e la Spagna, è ispirata alla storia vera di Gianfranco Franciosi, raccontata dallo stesso, insieme a Federico Ruffo, nell'omonimo libro pubblicato da Rizzoli. "Marco Merani - prosegue l'attore siciliano - è un uomo normale che però ha fatto qualcosa di straordinario, non dimentichiamo che all'epoca dei fatti accaduti era un ragazzo giovane di 25 anni sposato con una figlia, ma che non si è tirato indietro, e alla fine ha pagato un prezzo altissimo". La serie è diretta da Alessandro Angelini e prodotta da Picomedia di Roberto Sessa, in collaborazione con Rai Fiction e in associazione con Mediaset España, Mediterraneo e Rai Com.
Un cast internazionale: Giuseppe Fiorello, Alvaro Cervantes, Nicole Grimaudo, nei panni di Flavia, la moglie di Marco, e Claudia Pandolfi, che interpreterà Alessia, la donna che si avvicinerà a Marco dopo la fine del suo matrimonio, Marco Leonardi, Carlos Librado "Nene", Alicia Borrachero, Gea Dall'Orto e Fabrizio Ferracane. Firmano la sceneggiatura Salvatore Basile, Valerio D'Annunzio, Alessandro Angelini, Antonio Piazza, Fabio Grassadonia e con l'ausilio dello stesso Fiorello. Il produttore Roberto Sessa, tiene a dire "considero gli Orologi del Diavolo come un figlio. Ho impiegato 4 anni a metterla a punto, a coinvolgere i partner stranieri, è costata complessivamente 10 milioni. Sul set si girava metà in Italiano e metà in spagnolo. Non poteva che essere interpretata da Fiorello, senza di lui non si sarebbe realizzata, ma era una storia che non poteva non essere racconta. Poi, tiene a precisare, andare in onda in Spagna, in Italia solo sui canali Rai e non su Mediaset, abbbiamo lasciato un fianale aperto. Se andrà bene come ci auguriamo siamo pronti a una seconda stagione".
Marco Merani (G.Fiorello) è un meccanico abile ed esperto nella preparazione e modifica di motori per le imbarcazioni. Persone poco affidabili gli commissionano un lavoro su dei gommoni, lasciando una forte somma come anticipo. Marco si insospettisce e chiede aiuto a un suo amico poliziotto. La polizia lo convincerà a partecipare nelle indagini e Marco diventerà un infiltrato nell'organizzazione criminale del narcotraffico. Si ritrova così a lavorare per la polizia europea, riempiendo le imbarcazioni di microspie e gps e a registrare le conversazioni; nello stesso tempo compie viaggi in Sudamerica per il traffico di droga ed entra nelle grazie di Aurelio, capo del "cartello" dei Campos, famiglia che gestisce la distribuzione della cocaina in Europa. Saranno anni difficili per Merani e la sua vita verrà sconvolta totalmente Nella realtà storica Francisoi perderà tutto: l’amore della sua donna, la famiglia, il lavoro. Persino la libertà, quando finisce in carcere vicino a Marsiglia e ci rimane quasi un anno perché bruciare la copertura vorrebbe dire condannarsi a morte. Quando finalmente la polizia conclude il più grande sequestro di droga mai avvenuto in Europa, Gianni è pronto a riprendersi la sua vita, ma Aurelio sfugge all’arresto e vuole vendetta.
È l’inizio di un incubo che continua ancora oggi. Il titolo "Gli orologi del diavolo" fa riferimento appunto agli orologi Rolex che il boss supremo del narcotraffico regalava ai suoi affiliati. "Un aspetto che vogliamo anche raccontare - spiega Fiorello - è che all'inizio quest'uomo è sotto protezione, poi lui come tanti visti, viene un pò abbandonato a se stesso. Quando è venuto sul set è stato generosissimo, ci ha aiutato ma era in incognito, nessuno sapeva chi fosse, pensavano a un macchinista, un tecnico. Io stesso, ma nessuno è a a conoscenza di dove viva, come si muova, ci contatta lui" racconta.
Nella fiction la vediamo guidare i motoscafi, ma è una controfigura? - "Sono io, ma nonostante sia un uomo di mare non avevo dimestichezza. Ho imparato senza usare controfigure, grazie a Gianni (Franciosi) che mi ha insegnato tutto". Non solo tv ma anche cinema? "Ho terminato a Lamezia Terme 'L'afide e la formica', opera prima di Mario Vitale, un film a cui tengo particolarmente. Ma in vista ha anche un film da regista. "Si siamo ancora in fase di scrittura le prime due sono terminate ma stiamo rivedendo. 'Stranizza d'amuri' è una storia che mi ha colpito, come tutte quelle che faccio mi devono toccare il cuore. È la storia di due ragazzi, due maschi, che si amano negli Anni 70. Io non ci sarò, dirigerò e basta, ma sarà lunga visti anche i tempi non ho idea di quando inizieremo a girare".
Il 2021 si preannuncia importante per lei? Torna anche con il suo show teatrale ma in tv? "Visto che i cinema e i teatri, almeno al momento sono chiusi anche questa è un alternativa.
Dopo 450 repliche nei grandi teatri italiani, l'8 porto su Rai1 'Penso che un sogno così: l'adattamento del mio spettacolo teatrale diventerà infatti una serata evento. Più che uno spettacolo, è un pezzo di vita. Tra i ricordi di bambino e le canzoni di Modugno, racconterò due vite distanti ma al tempo stesso, intrecciando la vita di mio padre e quella di Mimmo Modugno, in un gioco di specchi". Scusi, ma la serie su Mimmo Lucano? "aspettiamo fiduciosi" dice.