Il Filmfestival di Trento torna in televisione su History Lab Channel
È un anno speciale per tutti e lo è anche per il Trento Film Festival: difficile e pieno di ostacoli, ma anche occasione per sperimentare e mettere in campo nuove proposte e nuovi linguaggi, continuando a raccontare le montagne e le loro culture.
La televisione, insieme ai nuovi strumenti offerti dalle tecnologie digitali, è stata certamente un’alleata importante per il Film Festiva, ed è per questo che la collaborazione con History Lab e la Fondazione Museo storico del Trentino - nata nel 2019 e portata avanti già prima dello scoppio della pandemia – ha fornito al Festival una solidissima base su cui continuare a investire.
Ricomincia quindi Visioni. Il Trento Film Festival dalle Dolomiti alle vette del mondo, che a marzo aveva visto andare in onda quattro film protagonisti delle scorse edizioni del Festival, e che ora torna in tv con altre quattro puntate che mettono al centro altrettanti temi, con interviste realizzate in occasione della 68ª edizione del festival e registrazioni in studio con le ricercatrici e i ricercatori della Fondazione Museo Storico del Trentino. Ad arricchire la trasmissione, condotta dal giornalista Rosario Fichera, spezzoni di film e rare immagini d’archivio.
«Visioni» andrà in onda su History Lab (canale 602 del digitale terrestre) ogni lunedì, alle 21 e alle 22.30, in replica martedì alle 7.30 e 15.30 e domenica alle 10, 15 e 21. La programmazione si può vedere anche in streaming negli stessi orari sul sito hl.museostorico.it .
La prima puntata sarà dedicata alle innovazioni tecnologiche che hanno caratterizzato l’ormai secolare storia del cinema di montagna, dai suoi pionieristici esordi fino ai giorni nostri: «Dalle pizze al digitale» ci racconta questa evoluzione, grazie agli interventi del giornalista Roberto Mantovani (autore di «Ciak, si scala! Storia del film di alpinismo e di arrampicata», edito dal Club alpino italiano e presentato in anteprima al Trento Film Festival), della regista Elena Goatelli (regista dei pluripremiati documentari Tom e Auspicio) e del ricercatore della Fondazione Michele Toss (curatore della mostra «Usavamo la cinepresa: storie in formato ridotto»).
Nella seconda puntata spazio al brivido de “La sfida verticale”, un’occasione per riflettere sui grandi cambiamenti che hanno profondamente trasformato l’arrampicata in Italia e nel mondo, da passione di pochi a fenomeno di massa, da pratica alpinistica a disciplina sportiva, pronta a sbarcare alle Olimpiadi. Due generazioni a confronto, rappresentate dall’alpinista, guida alpina e storico dell’alpinismo italiano Alessandro Gogna, e da Laura Rogora, campionessa di arrampicata in forza alle Fiamme Oro, già qualificata per Tokyo 2020. Contribuirà alla riflessione, allargando il campo dall’arrampicata al più generale immaginario della montagna, il ricercatore e viaggiatore Alessandro De Bertolini.
Il terzo appuntamento sarà dedicato a un tema che ormai è entrato a pieno titolo tra i capisaldi del Trento Film Festival: la viticoltura di montagna, i suoi protagonisti, la sua storia e le sue prospettive. In «Vignaioli di montagna, dal Caucaso alle Alpi», con Attilio Scienza si partirà dalle origini della domesticazione della vite, in quella Georgia paese ospite di quest’ultima edizione del Festival, per arrivare sulle colline del Collio, a Oslavia, al confine tra Italia e Slovenia, dove il vignaiolo Josko Gravner coltiva le sue vigne e produce vini unici al mondo. Lo storico dell’economia Alberto Ianes approfondirà la storia della viticoltura trentina nei suoi aspetti economico-sociali.
Si chiude con «Cinema e cambiamenti climatici», per capire se attraverso il linguaggio del cinema sia possibile offrire uno sguardo globale sulle sfide che l’umanità ha di fronte, sulla crisi climatica mondiale e sulla potenza, talvolta distruttiva, dell’uomo. Se ne parlerà con Laura Zumiani, responsabile della programmazione generale del Trento Film Festival, e con il meteorologo e divulgatore Luca Mercalli. La sociologa Sara Zanatta unirà i temi della difesa dell’ambiente e della presa di consapevolezza da parte dei cittadini, raccontando la nascita del movimentismo verde nella seconda metà del Novecento.
«La serie, oltre a consolidare il rapporto tra Fondazione e Festival - spiega il direttore del Museo storico, Giuseppe Ferrandi - , dimostra come i linguaggi del cinema e della televisione possano dialogare con efficace naturalezza. Anche grazie al collante della storia, dal momento che per questo nuovo ciclo di puntate alcuni ricercatori e ricercatrici della Fondazione hanno letto i temi di puntata sotto una lente storica, ora locale ora nazionale, attingendo ai loro studi e ricerche più recenti, dai movimenti sociali all’economia di montagna, dalla storia alpinistica alla sua rappresentazione nelle pellicole amatoriali, straordinario patrimonio della nostra Cineteca».