Il punk targato Zambana: nasce a piccole dosi l'album degli Jesterday
Sta prendendo forma con una serie di uscite cadenzate nel tempo The Unpleasant Guest l’album di debutto degli Jesterday. Un lavoro con una tracklist di quindici canzoni i cui primi cinque pezzi sono usciti il 13 ottobre, altre quattro fra la fine dell’anno e questo mese di gennaio, fra cui «Shameless» e «She’s crazy», mentre le restanti sei tracce verranno rilasciate una alla volta con una cadenza di una ogni tre settimane.
Dietro la sigla degli Jesterday c’è una band punk-rock di Lavis-Zambana formata nel 2016 dall’ incontro di Daniele Gottardi, chitarra e voce e Mattia Ugolini alla batteria, a cui si aggiungono Federico Sandrini, chitarra e voce insieme Matteo Pedrolli al basso a completamento della formazione attuale.
«The Unpleasant Guest» è stato registrato nella sala prove del gruppo mentre mixing e mastering sono stati curati dal Frankenstudio.
«Il nostro sound – spiegano gli Jesterday prende forma dalle nostre diverse attitudini musicali legate a formazione quali Billy Talent, Blink 182, Offspring e Queens of the Stone Age».
Le tematiche trattate nelle loro composizioni spaziano da quelle più astratte quali l’alienazione generata dalla società moderna a quelle più concrete che li rispecchiano anche nella vita quotidiana. Fra le canzoni più ispirate del disco c’è quella «Woody» che i musicisti raccontano così: «È il nostro pezzo più longevo e che più miscela le nostre attitudini e gusti musicali. Il riff portante, dalle sonorità stoner, introduce il ritornello dove si possono riscntrare influenze caratteristiche del punk californiano».
Nella tracklist si fa notare anche «Sunset Hills» che parte con un giro melodico molto leggero e sbarazzino a cui si contrappongono verso e ritornello caratterizzati da ritmiche sincopate e aggressive. Un inaspettato fischiettio onirico spezza la composizione per alleggerirne l’atmosfera. «Nineteen Cents Pistols» rappresenta uno dei loro pezzi più introspettivi: l’incessante scrosciare della pioggia introduce una struttura semplice ed accattivante. L’intreccio delle chitarre melodiche crea un mood malinconico unendo l’underground londinese con l’ambiente grunge della leggendaria Seattle degli anni novanta del secolo scorso. Due i video lanciati ad oggi dalla band: quello di «Loose ends» girato nel bosco di Santa Colomba e di «Shameless» con le riprese effettuate nella loro sala prove.
Oltre «The Unpleasant Guest» gli Jesterday si stanno già concentrando sulla scrittura e arrangiamento di nuove canzoni per un futuro album, in attesa della possibilità di tornare a suonare nella dimensione live.