«Che cosa farebbe Sophia Loren?»

Ad un anno dall'inizio della follia che stiamo vivendo, con i cinema ancora chiusi, anche le piattaforme fanno fatica a presentare nuovi contenuti, visto lo stop forzato dei set di film e serie tv.

Il cinema multisala Astra propone alcuni documentari, che altrimenti a fatica sarebbero arrivati al grande pubblico, come ad esempio «La piazza della mia città», che, dall'espediente di un concerto de Lo Stato Sociale, racconta la storia di Piazza Maggiore a Bologna e il suo significato musicale e collettivo. E sì, vedere oggi immagini di una piazza strapiena di giovani accalcati che cantano fa tanta, tanta, nostalgia. Anche Netflix rallenta le uscite e propone prodotti insoliti, come ad esempio il documentario Cosa farebbe Sophia Loren? Si tratta di un'opera che sfrutta l'onda lunga della pellicola di Edoardo Ponti «La vita davanti a sé», film che ha portato a casa un Golden Globe per la miglior canzone (a Laura Pausini per «Io sì») e chissà che non arrivi anche qualche candidatura all'Oscar la prossima settimana (le nomination saranno annunciate domani).

Il documentario racconta la storia dell'ottantenne Vincenza, figlia di immigrati italiani negli Stati Uniti, letta in parallelo a quella della diva napoletana, che per Vincenza ha da sempre rappresentato non solo un idolo, ma un modello di vita, una fonte di ispirazione. Un racconto che si alterna alle interviste a Sophia, che parla della propria infanzia, la storia con Cary Grant e quella con il marito Carlo Ponti. Quando giungiamo al presente e vediamo Vincenza divenuta nonna e Sophia sul set a Bari, la pellicola culmina nell'incontro fra le due donne, atteso da tutta la vita. Se la storia di Vincenza in sé non ha molto da raccontare, ciò che rende interessante il documentario è mostrare il ruolo del cinema e del mondo dello spettacolo in generale per le persone comuni, come i nostri "miti" possano aiutarci ad affrontare la vita di tutti i giorni, ad andare avanti e a sognare, anche oltre la consapevolezza delle persone in carne ed ossa che li incarnano.

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