L'altra idea di musica, tre arcensi e una fiaba
Tutti giovani i protagonisti della nuova avventura creativa: il cantante Andrea Bosco (21 anni), la regista Giorgia Perini (28 anni) e la vlogger Samantha Zanella (appena diciassettenne). Con loro Giorgio Parisi, esperto musicista che è co-autore e produttore della canzone «Come in un grande film»
ARCO. La pandemia ha messo in pausa molte cose, ma non la creatività. È quindi ecco che nell'Alto Garda ha preso vita un progetto artistico nato dal talento di quattro giovani locali, diversi per formazione ma uniti dalla voglia di fare e di riuscirci.
Al centro di questo sforzo c'è una canzone uscita con il video il 10 di aprile (youtube in primis): «Come in un grande film», ritmo da hit per versi che raccontano di «una storia d'amore in cui tutti ci possiamo identificare».
La scena che ospita il progetto è allestita nei luoghi più belli dell'Alto Garda, il Casinò Municipale di Arco in primis.
C'è una voce da baritono con il volto pulito di un ventenne - Andrea Bosco - c'è la cinepresa sensibile e attenta di una videomaker di Riva del Garda già lanciata nel mondo della regia, Giorgia Perini.
C'è anche la componente "social" perché il progetto ha coinvolto la 17enne influencer Samantha Zanella (oltre 400 mila follower su TikTok e 200 mila su Instagram), per la prima volta nel ruolo di attrice nel video del singolo.
E infine, l'esperienza di Giorgio Parisi, che da 20 anni è conosciuto per essere il 50% del duo MG Project (con Maurizio Bassi), il quale, per Bosco, è stato co-autore e produttore della canzone. Andrea Bosco è un quasi ventunenne di Arco, figlio del noto medico di base in pensione Ferdinando, ma l'etichetta di "figlio di" non può che sminuire l'ambizione e il talento di questo giovane studente di scienze della comunicazione.
Andrea non è un ventenne "standard", non ascolta la musica che oggi è in voga tra i coetanei, anzi: i suoi preferiti sono Andrea Bocelli, il Volo, Massimo Ranieri. I pilastri del Bel Canto della tradizione italiana, che Andrea ha ascoltato e amato per anni fino a riuscire a rimodernarne toni e colori. Questa passione particolare lo ha portato prima a studiare canto e a frequentare un anno di BSMT, accademia di musical di Bologna, poi ad essere notato da Giorgio Parisi, il giorno dello scorso anno in cui Andrea Bosco varca la porta dello studio di registrazione di via Narzelle per incidere il classico «La voce del silenzio».
Era arrivato il momento di provare a fare sul serio.
«Volevo registrare qualcosa in modo professionale, e quindi ci siamo incontrati. Giorgio mi ha sentito e ha pensato di affidare alla mia voce un singolo che in origine aveva composto per i ragazzi de Il Volo», racconta Andrea. «Io e i co-autori del pezzo - continua Giorgio Parisi - ossia Andrea Branca di Roma e Francesco Tavani di Cesenatico, abbiamo adattato la canzone alla voce da baritono di Andrea. E dopo il primo provino sembrava scritta per lui».
Non è la prima volta di Parisi nel ruolo di autore: dall'avvio della carriera con gli MG Project ne è passata di acqua sotto i ponti, e a partire dalle cover, l'attenzione del chitarrista si è spostata alla composizione.
«Ho iniziato nel 2012 e poi sono entrato in contatto con il cantautorato affermato, con gli autori di brani di Stadio e Ramazzotti ad esempio, senz'altro un bello stimolo», spiega Giorgio. E così quando Bosco mette piede nel suo studio - e si toglie la mascherina solo per cantare - ecco che scatta l'idea: il ragazzo ha un bel timbro, si muove come un professionista, quindi perché non proporgli un testo e musiche inediti, invece di limitarsi a una cover, seppure celeberrima come «La voce del silenzio»?
«Quello che mi ha colpito subito, è che in un mondo di musica rap e trap, Andrea è fuori dai canoni - spiega ancora il co-fondatore degli MG Project - possiamo dire che è un ragazzo di oggi ma allo stesso tempo d'altri tempi, per come si pone nei confronti della musica e della voce». «Un po' fiabesca, molto musical» così la videomaker Giorgia Perini, che si è presa cura della parte video, descrive la voce di Bosco. «E così abbiamo cercato luoghi che fossero adatti ad esprimere l'atmosfera di fiaba che sta alla base di questa storia d'amore cantata».
Perini ha 28 anni ed ha scelto la "Busa" come base dopo 6 anni in Inghilterra, dove si è formata e ha vinto diversi riconoscimenti (tra cui quelli del British Film Institute).
«Anche nell'Alto Garda è possibile creare cose belle! - garantisce Perini - l'importante è collaborare e smettere di dire la frase "non si può fare"».
Videomaker esperta, per questo tipo di lavori artistici cerca le collaborazioni più adatte per la scenografia, ad esempio con Garda Trentino e Amsa. «E così abbiamo girato al lago di Tenno e poi al Casinò municipale, nel salone delle feste - continua Giorgia - dove abbiamo modernizzato una famosa scena del film Cenerentola. Solo che nel film, Cenerentola fugge via dal salone da ballo a mezzanotte, mentre noi, a causa del periodo che stiamo vivendo, abbiamo dovuto anticipare la fine della festa alle 22».
«Inoltre, - aggiunge la regista del video - ci è stata data la possibilità di girare all'esterno, di uscire, nonostante tutti i divieti. Con i permessi e le precauzioni del caso, siamo stati onorati di questa possibilità, al giorno d'oggi sono momenti preziosi. Ringraziamo Amsa, i gestori del bar del Casinò, e Aless Dj Service per il supporto».Andrea Bosco, il volto e la voce del progetto, dà un consiglio alle ragazze e ai ragazzi che hanno idee ambiziose: «Questo inedito con video è l'unione di classico e moderno: ad oggi è la mia cifra stilistica. Inoltre, il progetto stesso una prova che se si ha passione e volontà, le cose arrivano. Per i miei gusti musicali mi sono sempre sentito un alieno, ma nonostante derisioni e scetticismi non mi sono mai fermato».
Il produttore Giorgio Parisi non ha dubbi: «Certo, non è semplice di questi tempi per questo settore, ma come per tutti. Nei giovani sopratutto però si vede speranza e voglia di fare. Questo è un bel segno. Quando hai voglia di fare, una passione e degli obiettivi, tutto o quasi è possibile». E così, anche in tempi di Covid, nell'Alto Garda, la frase "non si può fare" non esiste.