Perché Kezich è stato cacciato (e il museo andrà avanti come il Mart senza direttore scientifico)
L’ex direttore: «Così il Mucgt viene decapitato, andare avanti senza direttore è un trend perverso». Il presidente Amistadi: «Abbiamo avuto delle discussioni, ma non è una rimozione. E abbiamo comunque il direttore amministrativo»
SAN MICHELE ALL’ADIGE. Dopo trent'anni alla guida del Museo degli usi e costumi di San Michele all'Adige come direttore scientifico e a due anni dalla pensione, Giovanni Kezich è stato rimosso dalla giunta provinciale e dirottato su un incarico neo istituito, ovvero l'«Unità di missione semplice rete etnografica, dei piccoli musei ed ecomuseale», una sorta di "progetto speciale" che in genere in Provincia fioriscono quando c'è l'esigenza di "parcheggiare" i dirigenti che si vogliono spostare.
E come una rimozione, in effetti, l'ha vissuta l'interessato, al quale la notizia della delibera approvata lunedì scorso, con cui si è deciso il suo trasferimento dal primo giugno «in relazione alla pluriennale esperienza nel campo e in considerazione dei principi della rotazione ordinaria per la prevenzione della corruzione» è giunta come un fulmine a ciel sereno e Kezich l'ha presa molto male.
«È stata una cosa che ho appreso da pochi giorni e senza che vi fosse stato alcun preavviso - spiega il direttore Kezich - non c'è stato alcun colloquio e nessuno ha avuto la cortesia di chiamarmi e spiegarmi cosa eventualmente dovrei andare a fare. Quello che posso dire è che il Museo così viene decapitato senza alcun motivo e senza prospettive per la nomina di un nuovo direttore. E dunque continua un trend perverso che vuole che i musei possano andare avanti senza un direttore scientifico, cosa inaccettabile perché un funzionario amministrativo non può dirigere un museo, che è innanzitutto una istituzione scientifica».
Kezich difende poi la sua gestione ricordando i riscontri «ottimi che abbiamo avuto anche in questo anno di Covid con la didattica a distanza e iniziative ricchissime che stiamo portato avanti. Non c'è motivo di procedere con una decisione così drastica se non per una sorta di ritorsione di carattere privato».
Usa parole forti, il direttore Kezich, ma a cosa si riferisce? «Il motivo - sostiene il direttore - è il fatto che è emersa una differenza di vedute tra me e il presidente del museo, il quale evidentemente si è mosso per mandarmi in un ufficio che non esiste, un cimitero degli elefanti: quel lavoro della rete etnografica già lo svolgiamo benissimo da anni all'interno del museo è dunque inutile portarlo fuori dal Mucgt. Ho parlato con l'assessore Mirko Bisesti e gli ho detto che era una stupidaggine, ma ormai i giochi erano fatti. Spostano i dirigenti come i sacchi di patate».
Il presidente Ezio Amistadi, che fu nominato dall'attuale giunta nel 2019, respinge però il sospetto lanciato dal direttore Kezich che dietro questo spostamento ci sia il suo zampino. «È vero - dichiara Amistadi - che tra noi ci sono stati dei contrasti verbali per visioni diverse sul Museo, come ci sono in qualsiasi azienda, ma questa non è affatto una rimozione e non c'è alcuna dietrologia da cercare. Di fronte alla giunta provinciale che ha manifestato l'esigenza di ricoprire un ruolo importante all'interno dell'amministrazione provinciale il Cda ha dato il parere positivo».
Ma chi prenderà ora il posto del direttore Kezich? Il presidente Amistadi anticipa che il Cda ne parlerà nella prossima riunione, ma aggiunge: «La procedura prevede che si faccia prima un interpello per verificare se ci sono figure interessate, se non si trovasse nessuno allora un concorso. Ma certo i tempi non sono brevi».
Amistadi non si mostra comunque molto preoccupato che il Museo possa restare magari per un bel po' di tempo senza direttore scientifico. «Nel frattempo - dice - abbiamo comunque il direttore amministrativo. E poi in altri musei, come ad esempio il Mart, fanno anche a meno del direttore scientifico».