Nardelli lascia il Centro Santa Chiara, Bisesti è tranquillo: «grazie e arrivederci»
Alle porte delle nuove stagioni di teatro e danza, l’ente si trova senza un direttore e senza un concorso indetto per sostituirlo, ma per l’assessore provinciale «va tutto bene»
TRENTO. La notizia delle dimissioni dal Santa Chiara del direttore Francesco Nardelli (data ieri mattina dall'Adige) è arrivata come uno schiaffo sul mondo della cultura trentina. Ma l'assessore provinciale alla cultura, Mirko Bisesti, reagisce con notevole aplomb: «Arrivederci e grazie».
Dispiace, afferma Bisesti, «ma la nostra linea è quella della via dei concorsi per i posti pubblici, no ai rinnovi automatici». Nardelli ha visto invece la riproposizione del concorso già fatto (due volte) tre anni fa come una nuova umiliazione. Si è trovato un posto sulle sponde del Ticino, dove si occuperà di stagioni teatrali dal 15 novembre e dove certo troverà anche la nebbia nei prossimi mesi, ma - ne è convinto - anche rapporti professionali più chiari.
Ora la sua partenza mette in seria difficoltà il Centro Santa Chiara, tanto che il presidente Sergio Divina che pure aveva messo ai voti in Cda la sua riconferma, si è dichiarato pubblicamente rammaricato per l'addio di Francesco Nardelli, dicendo che viene meno un pilastro in un momento delicato. Già, molto delicato. Perché con l'autosospensione in cda della sua vice, Sandra Matuella, leghista come lui, ma in opposizione a lui, tutto si ferma.
Del resto non poteva esserci altro esito. Nel 2018 a Nardelli avevano fatto fare due volte il concorso. Poi, per richiesta di Matuella, Nardelli aveva perso a dicembre il suo consulente Emanuele Masi, responsabile della danza che aveva contribuito al successo del Santa Chiara. Ora la decisione di rifare il concorso come richiedeva la giunta provinciale. Così Nardelli ha fatto le valigie. Ieri dalle opposizioni, silenzio.
Si è destata solo Sara Ferrari del Pd che ha diffuso un comunicato, nemmeno lo sforzo di una interrogazione: «L'uscita di scena di Nardelli costituisce l'ennesimo danno per la cultura trentina e per l'intera comunità, come sempre accade quando si perde un professionista colto, preparato e capace. Colpisce la pervicace volontà del governo leghista di eliminare direttamente o indirettamente tutti coloro che sono giudicati "non allineati"».Bisesti non si fa scalfire. «Ho parlato con Sergio Divina. Fatto salvo il fatto che ci lascia, ringrazio Nardelli per il lavoro fatto, ma noi siamo una pubblica amministrazione e arrivava a termine un concorso. La nostra scelta va in quella direzione».
Bisesti nega problemi anche con Matuella: «Da parte sua c'è voglia di lavorare, come da parte del presidente, entrambi sono due personalità che hanno dato e daranno ancora molto al Santa Chiara, pur con un background differente, ma lavoreranno in maniera sinergica, con una partecipazione forte». Ad accentuare i problemi c'è anche il pensionamento dal 31 dicembre del dirigente provinciale della cultura, Claudio Martinelli: «Faremo un concorso il prima possibile», dice Bisesti.
Dunque nessun problema. Anzi, spiega Bisesti: «Va tutto molto bene, le mostre sono affollate, la mostra di McCurry alle Albere ha già fatto il tutto esaurito per il fine settimana, con Laura Dal Prà abbiamo discusso una possibile espansione del Buonconsiglio e anche con il presidente Stefano Zecchi al Muse abbiamo discusso di futuro». Vedremo se quello di Nardelli è stato solo uno scossone o l'antipasto di una tempesta. Bisesti comunque dà la sensazione di essere pronto ad affrontarla.